Zaia: «Tutti i dialetti a Sanremo»
Ravasio e il Bepi:«Siamo pronti»

Quote riservate a canzoni dialettali, nel rispetto della par condicio fra regioni per dire basta alla corsia preferenziale per il napoletano, offerta anche quest' anno - con Nino D'Angelo- dal festival della canzone italiana di Sanremo. Lo dice il ministro Luca Zaia (intervistato da Klaus Davi) che chiede l'introduzione «di una quota obbligatoria di canzoni in dialetto».

L'idea piace a Luciano Ravasio e a Tiziano Incani, in arte Bepi.  Lo chansonnier, a dire il vero, un primo contatto l'ha avuto con un produttore piemontese, Piero Montanaro che ha tradotto una canzone di Ravasio «Amìs» ed era pronto a portarla sul palco del Teatro Ariston. Il Bepi, dal canto, dice aver già pronto una canzone per Sanremo: «L'ho mandata - dice - ma non l'hanno accettata La sentirete presto per ora è top secret».

Intanto Zaia rincara: «Mi auguro che il prossimo anno il regolamento preveda già nella giuria di selezione una sezione dedicata alla canzoni interpretate in italiano, ipotizziamo l`80%, ed una sezione ad hoc destinata alle canzoni in lingua locale. Sanremo è un grande evento nazionale, è una bandiera - dice il Ministro - ma se non garantiamo la presenza di tutti i dialetti allora si facciano concorrere solo canzoni in italiano».

E il ministro aggiunge: «Mi appello ad Antonella Clerici e a mamma Rai affinché il prossimo anno valutino l`opportunità di introdurre una par condicio per i dialetti e una sezione speciale del Festival dedicata agli idiomi di tutta la penisola».

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