Digiuno come senso del sacrificio
Ecco la Quaresima mezzo secolo fa

«Una volta era il senso del sacrificio che si sentiva particolarmente nella Quaresima. Il magro, il digiuno, i fioretti. La gente era povera, spesso si privava di quel poco che aveva, aggiungeva sacrificio a sacrificio»: sono le parole di tre sacerdoti anziani che confrontano il modo di percepire la Quaresima oggi con quello di cinquant'anni fa, prima del Concilio.

«Era un modo per identificarsi con il sacrificio, con la sofferenza di Gesù». Dicono monsignor Tarcisio Ferrari, don Gianantonio Bolis e don Antonio Zucchelli che raccontano poi su L'Eco di Bergamo di domani dei Quaresimali, delle prediche a due voci (l'ignorante e il saggio), delle Via Crucis.

«Oggi si è più attenti all'interiorità, piuttosto che al sacrificio, al segno. Ma le due cose in realtà possono ben andare di pari passo».

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