Venerdì riparte «DeSidera»
la rassegna di teatro sacro

«DeSidera», la rassegna di teatro sacro del Centro culturale Nicolò Rezzara, parte venerdì 19 marzo per l'ottava edizione. Il festival continua il suo dialogo con le comunità del territorio sui temi più sensibili della vita umana: gli affetti, le tragedie quotidiane, i desideri e le gioie di cui sono impastati i nostri giorni. La contemporaneità è attraversata dallo sguardo poetico e a volte spietato del teatro che coinvolge nella sua narrazione i linguaggi della musica e del canto, delle arti visive e di quelle plastiche, della poesia e del dialetto.

La rassegna sceglie ancora i luoghi di provincia, i monumenti del patrimonio artistico bergamasco, le piazze e i chiostri, i castelli e le corti contadine. Il teatro arriva ovunque e crea comunità; non casuale o ideologicamente schierata, ma radunata intorno alle domande fondamentali. Allora si può ridere o piangere, compatire e commuoversi per le cose vere che vengono rappresentate e che ci riguardano profondamente; strappano quella pellicola di banalità con la quale spesso ci avvolgono il cuore per renderlo impermeabile alle ferite della vita.

«Ma l'attrattiva del vero e del bello è più forte - scrivono in un comunicato gli organizzatori - Non esiste abbruttimento dell'anima che non venga scalfito di colpo dal richiamo imperioso di un gesto gratuito di bellezza o da un'espressione libera di bontà. Questa è la sfida che accettiamo riproponendo testi classici o commissionando nuove scritture, ricercando nuovi spettacoli o riproponendo vecchie produzioni, chiamando attori collaudati o giovani compagnie.

Otto anni non son passati davvero invano. Due grandi attrici nostre ospiti hanno ricevuto premi importanti: Angela Demattè il premio Riccione per la drammaturgia e il premio come miglior attrice esordiente ed Ermanna Montanari il premio UBU con la nostra co-produzione “Rosvita”. Ma il premio più bello è il nostro pubblico che, affezionato, ci segue nelle valli e nelle pianure della provincia per gustarsi il teatro nei luoghi non convenzionali. La cultura diventa coscienza civile, ricerca d'identità sociale, valorizzazione del patrimonio e attrattiva turistica. Ma soprattutto strumento di crescita umana per tutti.

In questa edizione grande è stata l'attenzione alle produzioni de “I Teatri del Sacro”, prima manifestazione nazionale di teatro sacro nata anche in seguito alla nostra piccola esperienza. Ma non abbiamo rinunciato ad alcune nostre nuove produzioni nonostante i tempi di grave difficoltà economica, come “Muri”, “I tre re”, “Il leone di Desio”, “L'ultima cena” e “Nel nome di Giuda”. Un sentito ringraziamento va alle istituzioni e agli operatori economici che non ci hanno fatto mancare il loro sostegno dimostrando una stima che ci incoraggia a non demordere. Sono passati in un soffio anche 10 anni dalla morte della nostro caro Benvenuto Cuminetti. Lo sentiamo presente in prima fila a volte sorridendo a volte tentennando la testa. Ma sempre sostenendo un tentativo che non può non sentire sincero. L'anno che verrà sarà dedicato a lui in modo speciale».
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