Giornata mondiale del teatro
Sabato Bar@onda al San Giorgio

Tutti insieme, a fare «Bar@onda». Cioè a festeggiare la Giornata mondiale del teatro, sabato sera al Teatro San Giorgio (si veda link sotto, ndr): è la prima volta che si realizza un'iniziativa del genere, malgrado già da qualche anno a Milano e in altre località della Lombardia si fossero organizzate manifestazioni per questa ricorrenza, istituita nel 1961 dall'Unesco.

L'idea di riunire i gruppi bergamaschi per una serata speciale è di Teatro Prova: un modo per riaffermare una «colleganza» e una visione comune, ma anche per presentare la nuova direzione del teatro. In questi ultimi mesi il Prova ha infatti cambiato volto: Silvia Barbieri e Oreste Castagna non sono più presidente e vicepresidente della cooperativa e la presidenza è stata assunta da Andrea Rodegher, 33 anni, al San Giorgio da 12. Abbiamo colto l'occasione per intervistarlo.

«Bar@onda» nasce per celebrare la Giornata Mondiale del Teatro, ma è anche un'iniziativa nuova per la città. Come è nata l'idea?
«La Giornata del Teatro è stata uno stimolo per fare qualcosa, soprattutto in questi momenti: alla crisi economica generale, si somma l'assenza di una politica complessiva. Insomma, celebriamo la Giornata del Teatro perché il teatro possa vivere anche il resto dell'anno».

Questo in termini politici. Ma rispetto all'idea di «Bar@onda»?
«Abbiamo pensato di festeggiare non da soli, ma invitando tutti coloro che operano sul nostro stesso territorio: per presentarci uniti, per fare festa insieme e insieme invitare il pubblico. Per questo, tra l'altro, la serata di domani ha un ingresso "politico" che serve solo a coprirne i costi e che, oltre tutto, pagheremo tutti, anche noi attori. Insomma, condividiamo lo stesso lavoro e gli stessi problemi, ma prima di tutto la stessa passione. E, anche per il futuro, noi del Prova vorremmo alimentare un dialogo e un confronto».

Una volta dicevano che le compagnie bergamasche fossero troppe e litigiose. E ora?
«È un luogo comune. Siamo tanti quanti il territorio può sopportare, visto che, pur tra crescenti difficoltà, lavoriamo tutti. E Teatro Prova ha da anni stabilito un rapporto stretto e profondo con Pandemonium Teatro: un'alleanza che riteniamo strategica, per noi e per la città. Al tempo stesso, vogliamo confrontarci con tutti. E per molti motivi».

Quali?
«In questi anni è avvenuto un ricambio generazionale, che esprime linguaggi e bisogni nuovi. Oltre tutto molti protagonisti di questo ricambio si sono formati nella Scuola per attori del Prova o hanno, a vario titolo, collaborato con noi».

Il «nuovo corso» di Teatro Prova porterà con sé novità sul piano progettuale e poetico?
«La nostra identità è frutto di un lavoro di gruppo di tanti anni, non ne rinneghiamo niente. Siamo sempre noi: la vicepresidente Patrizia Geneletti, Massimo Nicoli e Stefano Mecca, che con Walter Tiraboschi hanno assunto la direzione artistica, più Silvia Barbieri, Max Brembilla, Oreste Castagna, Giusi Marchesi, Enrico Nicoli e un'altra ventina di collaboratori».

Dove indirizzerete la produzione?
«Il teatro-ragazzi è la nostra vocazione, oltre che il "cuore" produttivo della compagnia. Vorremmo però completarci, guardando il pubblico giovane e gli adulti, anche per non disperdere gli stimoli che ci arrivano dalle centinaia di persone che frequentano i corsi e la scuola».
 Pier Giorgio Nosari

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