Un minuto con Dante:
«Il veglio di Creta»

«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris. Lasciato Capaneo, vittima della sua superba insolenza, Virgilio spiega a Dante che il fiume di sangue bollente, che il discepolo non ha riconosciuto, è il Flegetonte, quello che ha già attraversato in groppa al centauro Nesso.

IL VEGLIO DI CRETA

IF XIV, 103 ss.


Dentro dal monte sta dritto un gran veglio,
che tien volte le spalle inver' Dammiata
e Roma guarda come suo speglio.

La sua testa è di fin oro formata,
e puro argento son le braccia e 'l petto,
poi è di rame infino a la forcata;

da indi in giuso è tutto ferro eletto,
salvo che 'l destro piede è terra cotta;
e sta 'n su quel più che 'n su l'altro, eretto.

Ciascuna parte, fuor che l'oro, è rotta
d'una fessura che lagrime goccia,
le quali, accolte, foran quella grotta.

Lor corso in questa valle si diroccia:
fanno Acheronte, Stige e Flegetonta;
poi sen van giù per questa stretta doccia

infin, là ove più non si dismonta
fanno Cocito; e qual sia quello stagno
tu lo vedrai, però qui non si conta».


Lasciato Capaneo, vittima della sua superba insolenza, Virgilio spiega a Dante che il fiume di sangue bollente, che il discepolo non ha riconosciuto, è il Flegetonte, quello che ha già attraversato in groppa al centauro Nesso. Per spiegare l'origine dei fiumi infernali (l'Acheronte, lo Stige, il Flegetonte e il Cocito), Virgilio narra la storia del “veglio di Creta”, una statua colossale di un vecchio che avrebbe la testa d'oro, il corpo e le braccia d'argento, il tronco di rame, le gambe di ferro ed un piede di terra cotta.

La statua, tranne nella testa d'oro, è solcata da una fessura dalla quale escono le lacrime del mondo cioè le sofferenze umane, il male che gli uomini nella storia hanno provocato; queste lacrime si raccolgono ai piedi del vecchio e danno origine ai fiumi infernali. Suggestivo questo racconto, modellato da Dante a partire dalla tradizione classica, in particolare Ovidio, e dalla Sacra Scrittura (v. il racconto del sogno di Nabucodonosor nel libro di Daniele).

Il veglio di Creta si trova in una caverna al centro dell'isola, ha le spalle volte a Damietta, una città dell'Egitto, la culla della civiltà e guarda verso Roma, la sede dell'impero e del papato, da dove forse verrà la restaurazione di un nuovo impero fondato sull'autonomia dei due poteri, quello temporale e quello spirituale. La statua del veglio di Creta rappresenta forse l'avvicendarsi delle epoche storiche a partire dalle origini, l'età dell'oro, verso una progressiva ed inarrestabile decadenza. Evidente nel gigantismo del veglio il collegamento con Capaneo, il violento contro Dio, che rappresenta una concezione del potere destinata al fallimento perché concepita contro le leggi umane e divine.

Enzo Noris

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