Da Treviglio con gli occhi sullo spazio
Possenti scopre un pianeta di diamante

Un pianeta di diamante: è una scoperta ghiotta, e di quelle che fanno sognare. A trovarlo, per di più, frugando nel cielo per due anni e mezzo è stato un trevigliese, Andrea Possenti, direttore dell'osservatorio astrofisico di Cagliari.

Un pianeta di diamante: è una scoperta ghiotta, e di quelle che fanno sognare. A trovarlo, per di più, frugando nel cielo per due anni e mezzo è stato un trevigliese, Andrea Possenti, direttore dell'osservatorio astrofisico di Cagliari, in squadra con i colleghi della Swinburne University di Melbourne, in Australia, e l'Università di Manchester, in Inghilterra: una quindicina di ricercatori in tutto. La notizia sta già facendo il giro del mondo. Questo pianeta prezioso è il frutto di una metamorfosi: come un bruco diventa farfalla, una stella si è trasformata in un pianeta, a sua volta in orbita intorno a una «pulsar», a circa quattromila anni luce dalla Terra.

Possenti è già tornato in Australia per proseguire il suo lavoro con il potentissimo radiotelescopio di Parkes. Ma prima ha raccontato la sua storia a L'Eco di Bergamo: «Abbiamo iniziato a lavorare su questa ricerca due anni e mezzo fa - ha detto lo studioso -. La scoperta si è concretizzata in due tempi. All'inizio, usando il radiotelescopio di Parkes, abbiamo scoperto una pulsar nella costellazione del Serpente, a circa 4000 anni luce dalla Terra. L'abbiamo chiamata PSR J1719-1438».

«Mentre esaminavamo la serie degli impulsi radio che provenivano dalla pulsar ci siamo accorti che essi anticipavano e ritardavano in modo sistematico, dunque indicavano la presenza di un pianeta in orbita attorno alla pulsar». E quindi sono scattate le ricerche sul pianeta. «Sì, nella stessa Parkes, ma anche al radiotelescopio Lovell in Inghilterra e al telescopio Keck alle Hawaii». Che informazioni avete ottenuto? «Siamo riusciti a stabilire che tale pianeta percorre un'orbita circolare in circa 2 ore e 10 minuti, che la distanza fra la pulsar e il pianeta è di soli 600.000 chilometri (cioè meno del raggio del sole), che la sua massa è poco superiore a quella di Giove, ma il raggio del pianeta è minore della metà del raggio di Giove». Tradotto per noi profani? «Vuol dire che questa pianeta ha una densità molto più elevata di quella comune in corpi di massa planetaria».

Quindi? «Sulla base di queste ed altre evidenze il pianeta dovrebbe essere composto in gran parte di carbonio e di ossigeno allo stato cristallino. E poiché il diamante rappresenta una delle forme cristalline del carbonio, ecco l'ipotesi che buona parte del pianeta abbia una struttura apparentabile a un diamante». Davvero è fatto di diamanti? «Ovviamente, a quelle densità, non c'è riscontro nella geologia terrestre, e quindi è difficile dire che si tratti di un diamante uguale a quelli che si trovano nelle nostre miniere - spiega ancora lo studioso -. Ma la tipologia è senz'altro quella, carbonio cristallino molto denso, e quindi il pianeta è stretto parente dei diamanti che siamo abituati a vedere o, se siamo fortunati, a toccare».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 26 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA