Politico ma ora anche attore
Ecco la nuova veste di Gabriele Sola

«La Pancia del Potere». Questo il titolo della pièce teatrale elaborata da Gabriele Sola, ex consigliere regionale IdV, che dipinge la dinamica perversa che muove i fili della nostra politica.

«La Pancia del Potere». Questo il titolo della pièce teatrale elaborata da Gabriele Sola, ex consigliere regionale IdV, primo (e ad oggi, effettivamente, unico) dimissionario dell'assemblea legislativa lombarda, giornalista e poliedrico professionista della comunicazione.

In scena in prima nazionale lunedì 3 dicembre, alle 21, con ingresso gratuito all'Auditorium di Piazza Libertà, «La Pancia del Potere» dipinge la dinamica perversa che muove i fili della nostra politica. Il «potere» che Sola ha descritto in questo monologo ha le sembianze draghesche di una bestia appoggiata sulle «zampe» della politica.

Il protagonista (l'attore e regista Corrado Accordino) è uno squallido politico dallo scranno comodo, pedina nelle mani del potere personificato dal cinico «Onorevole con la O tanto maiuscola» e, insieme, vittima e complice di quell'insaziabile pancia sbattuta in faccia al pubblico.

Il primo incontro tra i due, amara ed infausta parentesi, è una sorta di iniziazione al potere che si manifesta in tutto il suo gelido cinismo. Gli accenni alla storia del nostro Paese, con qualche spunto ispirato anche alle vicende lombarde, e le immagini di vecchi e nuovi italiani al potere fanno da sfondo al tessuto narrativo, mentre l'atmosfera viene alleggerita dall'ironia, spesso affidata allo stesso Sola, per la prima volta sul palco in veste di attore.

Esempio, su tutti, il telegiornale in cui compaiono surreali ma riconoscibilissimi personaggi del carrozzone politico e mediatico. «Con "La Pancia del Potere" ho sperimentato il linguaggio della drammaturgia perché la mia riflessione sulle dinamiche del potere prendesse forma e diventasse momento di condivisione. Quello di una Pancia onnivora, insaziabile, nemica della democrazia - racconta Gabriele Sola - è l'emblema di un mastodontico sistema malato, ormai al collasso. Non c'è clemenza in questo racconto, frutto di un lungo percorso di consapevolezza personale e professionale. Ma ho lasciato spazio ad un raggio di speranza, affidato alla giovane voce di Giulia ed alla chitarra di Michele Gentilini: sono allora, forse, i giovani carichi di energia, ed i cittadini risvegliatisi da un sonno troppo lungo e troppo profondo, a lasciar intravedere la possibilità di un futuro diverso».

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