Scopriamo Giovanni Testori
I pugilatori esposti al Creberg

La Fondazione Credito Bergamasco raduna l'intero ciclo dei Pugilatori di Giovanni Testori, per celebrare nel 2013 i vent'anni dalla morte e i novanta dalla nascita dello scrittore con un'importante e inedita mostra di dipinti.

La Fondazione Credito Bergamasco, in collaborazione con l'Associazione Testori, raduna l'intero ciclo dei Pugilatori di Giovanni Testori, per celebrare nel 2013 i vent'anni dalla morte e i novanta dalla nascita dello scrittore con un'importante e inedita mostra di suoi dipinti, allestita nella sede centrale del Creberg.

All'interno del Palazzo Storico del Credito Bergamasco, sarà realizzato un “ring” espositivo nel quale il pubblico potrà apprezzare dal vivo la forza espressiva della pittura testoriana. Le opere esposte saranno diciassette, di cui dodici dipinti di grande formato.

Giovanni Testori (1923-1993) è stato un intellettuale italiano di grande importanza: scrittore, poeta, drammaturgo, critico e storico dell'arte. Solo pochi conoscono la sua attività di pittore. Lo stesso Testori ha appiccato un rogo ai suoi dipinti nel 1949. Dopo quella data ha continuato a disegnare in privato, tornando a dipingere a olio solo alla fine degli anni '60.

Tra il 1970 e il 1971 si è dedicato quasi esclusivamente alla pittura, dando vita ad un ciclo di Pugilatori. La serie di questi quadri è stata parzialmente esposta a Torino nel 1971, alla Galleria Galatea di Mario Tazzoli (gallerista di fiducia della famiglia Agnelli), presentati da Luigi Carluccio.

La materia pittorica dei Pugilatori è lavorata quasi come se si trattasse di opere in scultura, straborda dalla tela e raggiunge uno spessore da bassorilievo che dà vibrazione ai corpi e li inserisce a pieno titolo nella tradizione figurativa studiata e amata da Testori: “attraverso una lunga storia di incroci, di mutazioni, di arricchimenti cromosomici, i giovani atleti discendono dal Bacchino malato o dal Narciso del Caravaggio, mettendosi accanto ai giovani saltimbanchi di Picasso – epoca rosa e blu – e con affinità spirituali più fonde accanto ai clowns, alle cavallerizze ed alle prostitute di Rouault, alla loro quasi animalesca volontà di lotta e capacità di resistere, di incassare i colpi”.

Così scriveva Carluccio, nell'introduzione al catalogo della mostra alla Galatea. Con i Pugilatori Testori era tornato a dar voce ai personaggi che popolavano i suoi celebri racconti e romanzi degli anni Cinquanta: un'iconografia composta di dedizione allo sport e di sentimento di rivalsa.

Sono i temi che colpirono l'immaginazione di Luchino Visconti, tanto da fargli scegliere il testoriano Ponte della Ghisolfa come cuore della sceneggiatura del film Rocco e i suoi fratelli. L'esposizione sarà organizzata in tre sezioni: dagli “Spogliatoi”, in cui si respira tutta la tensione della preparazione alla gara, ai “Ritratti” dei pugili che si presentano alla battaglia, fino al “ring” vero e proprio.

Quest'ultima sezione è immortalata tramite dipinti che sembrano tratti da sequenze filmiche e contemplano tutte le fasi del combattimento. In occasione della mostra sui Pugilatori, la Fondazione Credito Bergamasco inaugura due iniziative collaterali – aperte in tre weekend di maggio – entrambe legate alla figura di Giovanni Testori.

La prima riguarda l'esposizione che ha per titolo Sospendere l'emozione, una mostra di Alessandro Verdi, l'artista bergamasco che Testori aveva contribuito a lanciare nel mondo dell'arte contemporanea. La seconda ruota intorno a una delle grandi passioni di Testori: l'opera di Giovan Battista Moroni. Tramite l'Omaggio a Moroni (costituito da una selezione di capolavori) la Fondazione Credito Bergamasco intende attirare l'attenzione sull'attività di restauro che sta promuovendo e che quest'anno è orientata al recupero di due opere di soggetto sacro del pittore originario di Albino.

Si tratta della Resurrezione di Sovere e del Polittico di Ranica, entrambe immortalate in celebri pagine testoriane. Nell'Omaggio a Moroni saranno visibili cinque importanti dipinti tratti da collezioni private, tra cui il celebre Il cavaliere in Rosa. Da ultimo, durante i tre fine settimana, i visitatori potranno ammirare Ultima Cena (1582) di Alessandro Allori completamente restaurata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA