Altri Percorsi, Checov di Kepler 452
C’è anche Lodo de «Lo Stato Sociale»

«Il giardino dei ciliegi Trent’anni di felicità in comodato d’uso»
della compagnia Kepler – 452 inaugura la stagione di Altri Percorsi
giovedì 30 gennaio al Teatro Sociale.

Giovedì 30 gennaio, al Teatro Sociale (ore 21), prende avvio Altri Percorsi, stagione che la Fondazione Teatro Donizetti, con la Direzione Artistica di Maria Grazie Panigada, dedica alle tendenze teatrali virate verso l’innovazione e la sperimentazione. Lo spettacolo inaugurale si intitola Il giardino dei Ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso ed è una originale rivisitazione del classico di Anton Čhecov ad opera della compagnia bolognese Kepler-452, novità per il pubblico bergamasco. In scena: Annalisa e Giuliano Bianchi, Nicola Borghesi, Tamara Balducci e Lodovico “Lodo” Guenzi, voce del gruppo Lo Stato Sociale. Regia di Nicola Borghesi. Luci di Vincent Longuemare. Suoni di Alberto “Bebo” Guidetti. Scene e costumi di Letizia Calori. Video di Chiara Caliò. Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione. Durata 1 ora e 40 minuti senza intervallo. Prezzi biglietti: intero 19 Euro, ridotto 14 Euro.

Il giardino dei Ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, che nel 2018 si è aggiudicato il Premio Rete Critica, nasce dall’incontro tra i componenti di Kepler-452 (Nicola Borghesi, Paola Aiello ed Enrico Baraldi) con due personaggi “immaginari” realmente esistenti, Giuliano e Annalisa Bianchi, ossia Ljuba e Gaev. Nel dramma originario Anton Čhecov immagina che, in un anno non definito di fine Ottocento, il giardino dei ciliegi di Ljuba e Gaev, proprietari terrieri nella Russia prerivoluzionaria, vada all’asta per debiti insieme alla loro casa. Ad acquistarlo è Lopachin, ex-servo della gleba arricchitosi dopo la fine della schiavitù, rampante rappresentante della borghesia in ascesa. Il centro del dramma è la scomparsa di un luogo magico, profondamente impregnato delle vite di chi lo abita.

Nicola, Paola ed Enrico hanno cominciato, come sono soliti fare, a sbirciare nelle pieghe della loro città, Bologna, alla ricerca del loro Giardino dei ciliegi. «Tra i moltissimi incontri che abbiamo fatto nel corso della nostra indagine» – racconta la compagnia − «ce ne è stato uno che ha cambiato definitivamente il corso delle prove e, inaspettatamente, delle nostre vite: quello con Giuliano e Annalisa Bianchi, che per trent’anni hanno vissuto in una casa colonica concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune nella periferia di Bologna. Giuliano e Annalisa Bianchi per trent’anni si sono occupati di due attività principali: il controllo della popolazione dei piccioni e l’accoglienza di animali esotici o pericolosi. Si attiva così un ménage strano, marginale, meraviglioso: convivono in casa Bianchi babbuini, carcerati ex 41-bis in borsa lavoro, una famiglia rom ospite, boa constrictor. Trent’anni, come ci dicono Giuliano e Annalisa, di pura felicità».

Finché nel 2015 si avvicina il momento dell’apertura, proprio di fronte al loro giardino dei ciliegi, di un grande parco a tema agroalimentare. In coincidenza con l’avvicinarsi dell’apertura del parco i Bianchi ricevono un avviso di sfratto. La magia di questo contemporaneo Giardino dei ciliegi - gli animali, le relazioni, gli affetti - cessa improvvisamente di esistere in una mattinata di settembre. Una storia così lontana nel tempo e nello spazio da quella di Gaev e Ljuba eppure così simile nella sua essenza.

Nicola, Paola ed Enrico hanno trascorso molto tempo con i Bianchi, cercando di capire che cosa fosse successo e quale fosse la loro posizione rispetto alla vicenda che li aveva travolti, provando a innamorarsi senza perdere la lucidità. Dopo un lungo corteggiamento sono riusciti a convincerli ad andare in scena, a vestire i panni di Ljuba e Gaev e a raccontare, insieme agli attori, la storia dello sgombero e del loro incontro. Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso vuole essere un’indagine su dove oggi si sia posata la dialettica tra illuminismo e magia, tra legge e natura, e su dove ci troviamo noi. Forse, più semplicemente, è la storia di un incontro.

Kepler-452

Kepler-452 nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi e Paola Aiello. Il loro lavoro si incardina su due assi principali: da una parte l’urgenza di rivolgersi ad un pubblico preciso, quello degli under 30, spesso assente dalle sale teatrali, realizzando spettacoli e organizzando festival, rassegne, laboratori, travasi di pubblico dal mondo della musica indie rock; dall’altra indagare e mettere in scena le vite e le biografie di non professionisti, magnificandone le identità sulla scena.

Kepler-452 ha fondato e organizza Festival 20 30, che dal 2014 ha coinvolto, attraverso spettacoli e laboratori, centinaia di giovani bolognesi. La prima produzione della compagnia è La rivoluzione è facile se sai COME farla, nata in collaborazione con Lo Stato Sociale, la band che ha trasformato radicalmente il mondo dell’indie rock italiano.

Tra il 2015 e il 2017 produce due format di teatro partecipato: lo stesso “La rivoluzione è facile se sai CON CHI farla”, in cui si tenta di raccontare prospettive rivoluzionarie contemporanee attraverso i corpi e le voci di rivoluzionari incontrati nel corso delle ricerche, e “Comizi d’amore”, progetto che indaga luoghi e identità di non professionisti attraverso le domande dell’omonimo documentario di Pasolini.

Nelle estati 2016 e 2017 realizza per Ravenna Festival “L’inferno dei viventi”, progetto laboratoriale per attori e scenografi alla ricerca degli inferni personali dei partecipanti e di quelli collettivi. A marzo 2018 debutta lo spettacolo Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso; ad aprile dello stesso anno va in scena Sotto i sampietrini c’è la spiaggia, un’indagine teatrale sull’eredità del movimento del ’68 cinquant’anni dopo, e sul senso oggi della parola utopia nell’immaginario dei giovani. A luglio 2018 la compagnia mette in scena, all’interno della rassegna organizzata dall’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, È assurdo pensare che gli aerei volino, uno spettacolo che tenta di ricostruire alcune identità degli ottantuno passeggeri del volo Itavia attraverso interviste e immagini.

INFO e BIGLIETTERIA

Presso PROPILEI DI PORTA NUOVA

Largo Porta Nuova, 17 - Bergamo

Tel. 035.4160 601/602/603

E-mail [email protected]

Apertura al pubblico: da martedì a sabato dalle 13.00 alle 20.00 (festivi esclusi)

Al Creberg Teatro la biglietteria verrà aperta un’ora e mezza prima dell’inizio dello spettacolo.

www.teatrodonizetti.it

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