Cristina Parodi si racconta
«Giorgio Gori, il mio porto sicuro»

«Ci ho provato un milione di volte, ma niente, per quanto mi sforzi di essere puntuale non ci riesco: decido un’ora, ma poi inesorabilmente sono pronta a uscire 10 minuti prima». Cristina Parodi torna in libreria.

Questa volta con Mondadori Electa, e con un libro in cui si racconta «con leggerezza ed emozione, mettendomi in gioco e svelando pezzi di vita» spiega con garbo, e con quel sorriso che sta riempiendo le televisioni degli italiani con la sua «Vita in diretta», tutti i pomeriggi sulla Rai.

Il titolo del libro parte proprio da una caratteristica della first lady bergamasca, moglie del sindaco di Bergamo Giorgio Gori: «Arrivo sempre in anticipo», sugli scaffali da martedì, pare quasi un diario che inizia con una Cristina sui banchi di scuola, tra aneddoti universitari, esperienze giornalistiche e momenti legati alla sua vita privata, con tanti scatti fotografici che la immortalano sugli amati campi da tennis, al lavoro davanti alle telecamere e con la famiglia.

Un libro che presenta una donna che ha voglia di farsi conoscere meglio: «Erano due anni che me lo proponevano, ma non me la sentivo. La scorsa primavera, proprio durante la campagna elettorale di Giorgio, ho iniziato a scrivere, a ricordarmi pezzi della mia giovinezza. Ho chiamato vecchi amici e ho iniziato a sorridere mentre scrivevo momenti dimenticati».

Precisa e rigorosa come tutti la definiscono, si scopre una donna dallo spirito più rock di quello che si potrebbe pensare: «Anticonformista e piena di grinta». E vivace, amante dei viaggi, appassionata del suo lavoro: «In queste pagine c’è il primo impiego a Odeon Tv, il primo telegiornale, le più importanti interviste e gli incontri più determinanti della mia vita» racconta, come quelli con Papa Giovanni II o Lady Diana.

Non mancano neppure i dettagli modaioli, ma anche pezzi di vita privata: l’affetto per la sorella Benedetta e il fratello giramondo Roberto, il primo appuntamento con il futuro marito, il mazzo di tulipani ricevuto in regalo, il suo essere «madre imperfetta ma felice» sempre con la voglia di stare con la famiglia: «Anche adesso che lavoro a Roma non mi sono smentita: avevo annunciato che sarei stata lontana cinque giorni a settimana, invece mi sono organizzata per arrivare a casa… in anticipo».

Un capitolo le sta più a cuore: «Racconto del mio amore per il viaggio e come sia stato importante per me andare in Afghanistan, per scoprire la realtà terribile delle sue donne. E poi l’Africa, in Mozambico e in Zimbabwe, l’India. Sono stati viaggi umanitari, ricchi di emozione e consapevolezza.

E in questo libro Cristina Parodi ha parlato anche di Bergamo: «L’ho terminato nei giorni in cui Giorgio è diventato sindaco, così ho pensato di ricordare quelle settimane intense in giro per la città, i tanti balli nei locali per anziani, tra una mazurca e il cha cha cha». Il libro è proprio dedicato a Gori, «compagno di vita, perché è bello diventare grandi insieme» si legge: «Lui l’ha apprezzato», sorride. E lo scrive anche nelle ultime pagine: «La mia famiglia di origine e quella che ho costruito con Giorgio sono da sempre il mio porto sicuro, la mia vita vera».

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