Cinema, Festival dell’Integrazione
Oltre duemila presenze - I premi

Si è conclusa la 13ª edizione di Integrazione Film Festival-IFF, il concorso cinematografico internazionale promosso a Bergamo e Sarnico dalla Cooperativa sociale Ruah, in collaborazione con Lab 80 Film, dedicato al tema dell’integrazione tra appartenenze culturali e provenienze nazionali diverse.

Tra mercoledì 10 aprile, giorno di inizio delle proiezioni, e la serata di sabato 13, giorno di chiusura, è stata registrata una presenza reale di oltre duemila spettatori, nelle due sale cinematografiche del Festival e agli eventi collaterali organizzati. Alla 13ª edizione di Integrazione film festival hanno concorso 14 film, di cui cinque documentari e nove cortometraggi di finzione, selezionati tra oltre 150 proposte di registi italiani e stranieri.

Sono stati proclamati i film vincitori, durante la cerimonia di premiazione che si è svolta sabato 13 aprile al Cineteatro Junior di Sarnico, in provincia di Bergamo.

Miglior documentario: «Quasi domani», di Gianluca Loffredo (Italia 2017, 52’), racconto ambientato in un antico villaggio calabrese e dedicato alle vite intrecciate dei suoi nuovi abitanti, degli immigrati e dei vecchi calabresi che lo hanno sempre abitato. Emozioni, stereotipi e paure che si intrecciano in un ritratto drammatico e tenero.

Miglior cortometraggio di finzione: «Il mondiale in piazza» di Vito Palmieri (Italia 2018, 15’), racconto di un particolare campionato di calcio organizzato in una piazza del profondo Sud d’Italia: dopo la mancata qualificazione della nazionale italiana ai mondiali 2018, un gruppo di tifosi organizza un trofeo tra squadre nazionali. Ma i figli dei migranti che sono nati in Italia, in quale squadra devono giocare?

Menzione speciale della giuria per la sezione documentari a «My Tyson» di Claudio Casale (Italia 2018, 15’), protagonista Alaoma Tyson, campione italiano di boxe dei pesi Youth. La madre Patience, sarta della comunità nigeriana di Tor Bella Monaca, racconta la storia della famiglia, dal viaggio migratorio alle difficoltà economiche incontrate in Italia, e rievocando il passato tesse il futuro di Tyson, il cui nome sembra predestinato ad essere un combattente.

Menzione speciale della giuria per la sezione cortometraggi a «Yousef» di Mohamed Hossameldin (Italia 2018, 14’), storia del cuoco di successo Yousef, figlio di immigrati cresciuto in Italia. Dopo una lunghissima attesa riesce ad ottenere la cittadinanza italiana ma dopo l’attentato di Macerata le sue iniziano a vacillare, fino a condurlo ad una vera e propria crisi di identità.

Una menzione è stata assegnata anche dai Servizi sociali dell’ambito del Basso Sebino al cortometraggio di animazione «Palla prigioniera» di Hermes Mangialardo (Italia 2019, 3’): «Per il merito di aver trattato tematiche relativi ai bambini e alle famiglie». La menzione è intitolata a Carla Casali, scomparsa presidente dell’associazione «Laboratorio famiglie solidali» di Sarnico.

Ha detto dopo la premiazione Gianluca Loffredo, vincitore della sezione per documentari con «Quasi domani»: «Il mio film è ambientato in un piccolo paesino calabrese ma per me quel luogo è metafora di quello che succede in Italia e in altre parti del mondo. Il mio è un tentativo di invitare a riflettere, senza giudizio né alcun tipo di manipolazione politica, su una questione contemporanea di cui bisognerebbe occuparsi non solo quando sembra esserci un’urgenza mediatica. Sono molto felice di questo riconoscimento, è un premio che mi conferma che il cinema documentario è diventato il linguaggio narrativo del presente».

Vito Palmieri, vincitore della sezione per cortometraggi con Il mondiale in piazza: «Sono molto onorato di aver ricevuto questo premio. Significa che con il nostro film abbiamo centrato l’obiettivo di raccontare l’integrazione ed è anche uno stimolo a continuare a raccontare temi come questi con un tono leggero. Perché questa è stata la nostra scelta, usare la commedia per parlare di questioni delicate come le seconde generazioni».

Il commento di Giancarlo Domenghini, direttore del Festival: «É stata un’edizione ricca di opere di qualità, capaci di aprire finestre, e di far entrare aria fresca e luce, su vari aspetti della complessa questione dell’integrazione: i bambini a scuola, l’adolescenza, i giovani, gli adulti, la genitorialità e anche la terza età. Con un protagonista assoluto: l’Italia. Che vince se si riconosce rinnovata e si fida, soprattutto delle nuove generazioni. Questa riuscita 13ª edizione di Iff – aggiunge Domenghini – è stata arricchita dalla presenza di numerosi registi, che hanno incontrato il pubblico e dato maggior spessore al programma delle proiezioni. Ed è stata possibile anche grazie a una rete di collaborazioni che raccoglie quasi 40 realtà tra enti istituzionali, organizzazioni del sociale e progetti culturali. Un valore aggiunto, questo, che ci conferma l’importanza e la necessità di continuare a lavorare per l’integrazione e per il cinema di qualità».

Iff-Integrazione film festival è promosso da Cooperativa Ruah in collaborazione con Lab 80 film. È organizzato con il sostegno di Cooperativa Il Pugno Aperto, Cooperativa Ecosviluppo, Ufficio Pastorale Migranti Bergamo, Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, Cooperativa Aeper, Fondazione Migra, L’edile, Fondazione Mia; con il patrocinio del Comune di Bergamo; con il patrocinio e il contributo di Comune di Sarnico e Provincia di Bergamo; con la collaborazione di Agenzia per l’Integrazione, Ambito Distrettuale Basso Sebino, Fondazione Adriano Bernareggi, Acli, Slow Food Bergamo, Associazione Ghanesi Bergamasca-Ghana National Association BG, Associazione Toubkal, Associazione Simira, Associazione Culturale Immaginare Orlando, Prospettivanevskij, Cine Junior, Laboratorio Famiglie Solidali, Istituto Serafino Riva, Pro Loco Sarnico, Disegno Bello, Persico Industrial; Festival partner Bergamo Festival - Fare la Pace, Primed, Molte fedi sotto lo stesso cielo, Orlando - Identità, relazioni, possibilità.

Mediapartner: Cinematografo - Fondazione Ente dello Spettacolo, Vita, L’Eco di Bergamo, Eppen.

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