Dopo i dinosauri in giro per la città
In anteprima ecco cosa vedremo sabato

Verrà inaugurata sabato 10 marzo la mostra per celebrare il secolo di vita del Museo Caffi. Fino al 30 settembre 48 riproduzioni di dinosauri e animali di epoche preistoriche animeranno le sale museali di piazza della Cittadella, vie e piazze.

Nei giorni scorsi i tecnici stavano dando gli ultimi ritocchi all’allestimento per poi sigillare la vetrina. Ma non sono gli unici impegnati nella preparazione della mostra «Noi abbiamo 100 anni. Loro molti di più. Dinosauri al museo» che si dispiega nelle sale del complesso della Cittadella dove resterà fino al 30 settembre prossimo. Sabato mattina l’inaugurazione cui farà seguito l’apertura al pubblico. La grande occasione è stata offerta dalle celebrazioni per il secolo di vita del museo, ufficialmente inaugurato il 14 luglio 1918 nel Palazzo Nuovo, in piazza Vecchia, ora sede della Biblioteca Mai.

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La mostra ha un notevole impatto non solo lungo il suo itinerario espositivo nelle sale del Caffi, ma lo ha anche all’esterno, in città. Non sfuggono sicuramente ai passanti e ai turisti il gigantesco esemplare dal nome difficile «Indricotherium» che spicca sul piazzale davanti alla stazione ferroviaria e nemmeno il «Diplodocus», contraddistinto dal chilometrico collo, che ha trovato posto in piazza Cittadella. Per il «Tyrannosaurus rex», divenuto una celebrità grazie al film «Jurassic park» è stata scelta la pensilina all’ingresso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, mentre un «Pachyrhinosaurus» dà spettacolo tra le aiuole di piazza Vittorio Veneto, in pieno centro.

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E se l’impatto è notevole, altrettanto lo è l’interesse suscitato dagli accuratissimi modelli di questi grandi animali risalenti a epoche remotissime provenienti dai laboratori di Geomodel, una azienda che ha sede a Quarto d’Altino, nel Veneto, specializzata in questo genere di riproduzioni. In tutto, tra esterno e percorso della mostra nel museo se ne vedono ben 48. Alcuni ricostruiti e realizzati appositamente per rappresentare importanti fossili rinvenuti nella Bergamasca.

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Ad esempio, accanto ai resti del «Cervo di Sovere», vissuto 700.000 anni fa, spicca un esemplare di «Magaloceros giganteus», il più grande cervide mai esistito. Per tutta la durata della mostra sono in programma numerose iniziative, rivolte in particolare agli studenti e ai bambini con interessanti proposte didattiche, per far conoscere nei più vari aspetti queste pagine di un passato lontano ma di grande fascino. Un viaggio nel tempo e nella storia del nostro pianeta, e anche dell’uomo. Perché verso la fine del percorso attende il visitatore la sezione etnografica con i manufatti di civiltà e culture extraeuropee.

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