Il Cinevideoclub alle «Grazie»
Un omaggio a Enrico Rastelli

I soci del Cinevideoclub si scambieranno gli auguri al circo. Nel senso che il programma di oggi alle 16, presso il Centro culturale delle Grazie di viale Papa Giovanni, non sarà cinematografico, ma di ispirazione circense. E si tratterà di ricordare Enrico Rastelli

I soci del Cinevideoclub si scambieranno gli auguri per le prossime festività... al circo. Nel senso che il programma di oggi alle ore 16, che non si terrà sotto il classico tendone ma presso il Centro culturale delle Grazie di viale Papa Giovanni, sarà cinematografico, ma di ispirazione circense.

In particolare si tratterà di ricordare Enrico Rastelli, jongleur bergamasco di fama mondiale, considerato il più grande giocoliere di tutti i tempi. Saranno sullo schermo «Enrico Rastelli» di Pierantonio Leidi, girato nel 1996, nel centesimo anniversario della nascita dell’artista; «Oltre lo spettacolo», ancora di Leidi (1983), sul circo visto... di là del tendone; «...Lavorate artisti» di Eros Vittadello di Padova (2003), con due ragazzi down colti dalla magìa del circo; «Il domatore di serpenti» di Giorgio Ricci di Pesaro (2004), intervista a un addomesticatore di sinuosissimi rettili. Ma il clou della serata sarà ovviamente Enrico Rastelli.

Ci rammarichiamo anzi che non sia stato recuperato in proposito un documentario girato molti anni fa da Claudio Brazzola, forse il primo ad occuparsene con pellicola, «Rastelli giocoliere» (commento dello stesso Brazzola e di Emilio Zenoni), custodito presso la Mediateca provinciale-Centro studi cinematografici. «Il signore dell’equilibrio», come fu definito, nacque in tournée a Samara sul Volga, in Russia, dove i suoi genitori – la madre Giulia, acrobata, il padre Alberto, bergamasco, equilibrista – erano ingaggiati dal circo Fedasewsky.

Enrico era già in pista con i genitori a cinque anni, dapprima impegnato nelle acrobazie poi, decisamente, nella jonglerie. Divenne talmente bravo da riuscire a far roteare per aria contemporaneamente fino a dieci palloni e poi otto piatti.

Quando si esibì a New York i giornali lo definirono l’ «ottava meraviglia del mondo». Ma non solo con le mani Enrico riusciva a far prodigi, anche con i piedi, improvvisando partite di pallone che riusciva sempre a vincere con virtuosismi incredibili.

Purtroppo ebbe una vita molto breve. Durante un’esibizione a Norimberga era rimasto ferito al palato mentre eseguiva un difficile esercizio con un bastone fra i denti. La ferita non si rimarginò (soffriva di emofilia) maRastelli non si fermò, tanto che riuscì ad esibirsi al nostro Teatro Duse, come aveva sempre voluto. La morte lo colse poco dopo, fra il 12 e il 13 dicembre 1931, giusto 82 anni fa, nella sua casa di via Mazzini (ora via Garibaldi) 9. Aveva 35 anni. Lo rivedremo e lo applaudiremo sullo schermo.

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