Il Teatro Donizetti festeggia con l’Operetta l’ultimo dell’anno

Il cartellone Il primo appuntamento della stagione il 31 dicembre con «Una notte a Venezia» di Strauss Poi «La vedova allegra» e «Al cavallino bianco».

Dopo quattro anni, il restauro del teatro e lo stop forzato per Covid torna al Teatro Donizetti la Stagione di Operetta. Come da tradizione, il primo appuntamento sarà la sera dell’ultimo dell’anno, alle 20, con «Una notte a Venezia», capolavoro dell’operetta viennese creato da Johann Strauss e riproposto nell’occasione dalla compagnia Teatro Musica Novecento. «Siamo lieti di poter reinserire nei nostri programmi la serata del 31 dicembre, tradizionalmente riservata all’Operetta, genere di spettacolo che riscuote sempre ampi consensi di pubblico - commenta Massimo Boffelli, direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti -, il momento è ancora difficile, a causa del persistere della pandemia, ma il nostro pubblico sa bene che venire al Teatro Donizetti è come sentirsi a casa e confida nelle misure di sicurezza adottate.

Lo dimostrano i recenti successi del festival Donizetti Opera e dell’apertura della Stagione di Prosa». L’Operetta completa l’offerta del Donizetti con un intrattenimento leggero molto apprezzato, che ha saputo attrarre negli anni un vasto pubblico di affezionati. «Sono ben 600 gli abbonati alla stagione dell’Operetta, in linea col pre Covid», spiega Boffelli. Una notte a Venezia sarà proposto in replica il primo gennaio alle 17. L’appuntamento successivo è con «La vedova allegra», per la regia di Corrado Abbati, domenica 6 marzo alle 15.30. Domenica 27 marzo alle 15.30 torna una produzione di Teatro Musica Novecento: «Al cavallino bianco». La proposta di questa stagione di Operetta è un mix di titoli classici e perle meno conosciute: «La vedova allegra» è la più tipica delle operette viennesi, brillante e con indemoniati can-can; «Al cavallino bianco», di epoca più tarda, precorre il musical ed è la più americana delle operette europee.

Un discorso a parte merita «Una notte a Venezia», titolo pochissimo rappresentato a causa delle difficoltà della messa in scena, ma con eccezionali musiche di Johann Strauss. «È una pièce difficile da produrre, ma sentite le musiche ho pensato che dovevamo provarci», racconta il direttore d’orchestra e produttore di Teatro Musica Novecento Stefano Giaroli. La trama è quella delle classiche commedie degli equivoci, protagonisti il Duca di Urbino, celebre donnaiolo, e il suo barbiere Caramello, nella Venezia del Carnevale. La genesi dell’opera fu molto complicata: «Strauss sospese la produzione perché stava divorziando dalla moglie, scappata col suo primo violino.

Dovette trovare un altro teatro e un’altra moglie prima di completarla. Una notte a Venezia ha un soggetto, ma solo indizi della trama e della messa in scena, che abbiamo dovuto ricreare», racconta il regista e capocomico Alessandro Brachetti, che ha lavorato alla sceneggiatura con la soubrette e soprano Silvia Felisetti. Scelta precisa di Teatro Musica Novecento è avere sempre cantanti di rilievo e orchestra dal vivo: «Questo ci contraddistingue e ci ha fatto ritagliare il nostro spazio. Più che alle operette italiane che strizzano l’occhio all’avanspettacolo ci rifacciamo all’operetta viennese», spiega Giaroli, che nella sua carriera professionale alterna Opera e Operetta. «Una notte a Venezia» è uno spettacolo già consolidato da tre anni di messa in scena, l’ultimissima al teatro Pavarotti di Modena, il 23 febbraio 2020. Un attimo prima che si fermasse tutto: «Per noi tornare sul palco è come ricominciare a respirare - dicono Brachetti e Giaroli -, in particolare il Capodanno a Bergamo è una tradizione da oltre dieci anni, abbiamo un pubblico davvero affezionato che non solo ci riconosce, ma che noi stessi riconosciamo».

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