Marco Paolini e Vittorio Sgarbi
A teatro fantascienza e... Michelangelo

Il 9 febbraio Marco Paolini, il 10 Vittorio Sgarbi. Due serate con due nomi altisonanti al Creberg Teatro, per due temi straordinari.

Nella stazione spaziale del film 2001 Odissea nello spazio ci sono cabine telefoniche a disposizione dei viaggiatori, sono modernissime, confortevoli e permettono di fare videochiamate, ma sono fisse. Nessuno dei protagonisti del film usa un telefono portatile o un palmare. In 20.000 leghe sotto i mari Jules Verne immagina l’uso di energie, materiali e tecnologie che assomigliano moltissimo a quelli che sono stati effettivamente poi usati per i moderni sottomarini. Ma le previsioni più stupefacenti e azzeccate sul futuro sembrano quelle contenute nelle Mille e una notte: l’invenzione del password «apriti sesamo» e del touch-screen della lampada di Aladino. Possiamo quindi aspettare con fiducia l’avvento del tappeto volante in tempi ragionevoli.

Marco Paolini, il 9 febbraio alle 21 al Creberg Teatro, racconta storie ambientate nel futuro prossimo: «Numero Primo», titolo dello spettacolo, è quindi un esperimento di fantascienza narrata a teatro, ma che agli autori non piace chiamarla così. «Numero Primo è una storia che racconta di un futuro probabile fatto di cose, di bestie e di umani rimescolati insieme come si fa con le carte prima di giocare». Numero Primo è anche il soprannome del protagonista, figlio di Ettore e di madre incerta. Ma anche le cose e le bestie hanno voci e pensieri in questa storia.

Marco Paolini e Gianfranco Bettin, coautori di questo lavoro, sono partiti da alcune domande: Qual è il rapporto di ciascuno di noi con l’evoluzione delle tecnologie? Quanto tempo della nostra vita esse occupano? Quanto ci interessa sapere di loro? Quali domande ci poniamo e quali invece no a proposito del ritmo di adeguamento che ci impongono per stare al loro passo? Quanto sottile è il confine tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale? Se c’è una direzione c’è anche una destinazione di tutto questo movimento? Al narratore sulla scena tocca il compito di rendere credibili cose possibili domani, ma che oggi appaiono inverosimili. L’orizzonte temporale immaginato riguarda i prossimi 5000 giorni e solo pensando a quanto il mondo delle cose sia cambiato nei 5000 giorni appena trascorsi risulta quantomeno necessario guardare al futuro con il beneficio del dubbio rispetto a ciò che oggi è ancora inverosimile.

E dopo Paolini, il 10 febbraio al Creberg Teatro c’è alle 21 Vittorio Sgarbi che, dopo «Caravaggio», parte con una nuova esplorazione sull’universo «Michelangelo». La stupefacente arte di Michelangelo Buonarroti si farà palpabile alle molteplicità sensoriali, attraversate dal racconto di Sgarbi, contrappuntate in musica da Valentino Corvino (compositore, in scena interprete) e assieme alle immagini rese vive dal visual artist Tommaso Arosio. Verrà così ricomposto un periodo emblematico, imprescindibile ed unico nell’arte, e assieme all’ambizione di scoprire un Michelangelo inedito, non resterà che farci sorprendere.

Per informazioni
Teatro Creberg Bergamo

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Orari di Apertura da mercoledì a sabato dalle 13.00 alle 19.00.Il giorno dello spettacolo la vendita apre 1 ora prima dell’inizio.

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