Moroni, un Sarto da grandi numeri
Oltre 36 mila visitatori: che successo!

Con grande successo di pubblico e di critica si è conclusa la mostra dedicata a uno dei più importanti artisti del Cinquecento: Giovan Battista Moroni.

Un progetto che ha coinvolto Comune di Bergamo e Diocesi, realizzato grazie alla partecipazione di Fondazione Accademia Carrara, Fondazione Adriano Bernareggi, Fondazione Museo di Palazzo Moroni e con il principale sostegno di Fondazione Credito Bergamasco. Oltre 36.000 visitatori per «Io sono il Sarto», un progetto espositivo nato intorno a uno straordinario ritorno, un’occasione speciale che ha dato il via a un coinvolgente percorso in tre sedi museali: Accademia Carrara, Museo Adriano Bernareggi, Museo di Palazzo Moroni. Intorno a Il Sarto, capolavoro proveniente dalla National Gallery di Londra, è stato ideato un viaggio per riscoprire le opere più note, i dipinti sacri recentemente restaurati dalla Fondazione Credito Bergamasco e i ritratti celebri.

Vincente la strategia concordata tra le istituzioni anche grazie al biglietto unico e l’unico orario, scelte che hanno accompagnato i visitatori non solo verso la riscoperta di uno dei più importanti artisti del Cinquecento ma anche, tra le vie della città, verso i luoghi di maggiore rilevanza storico-artistica. Molto interessante anche il ritorno dell’indotto, eccellenti riscontri sono arrivati anche dalle tante attività commerciali che hanno beneficiato della presenza di pubblico. Grande successo anche per il riscontro della stampa a livello nazionale e locale e per la particolarità della campagna di comunicazione: dalla scelta del titolo #io sono il sarto che ha chiamato il pubblico a identificarsi con l’opera, ai progetti social, tra cui l’Instagram Portrait Contest (gennaio 2016), lanciati sulle piattaforme Facebook e Instagram dove sono stati totalizzati 1.200 tag più di 1.000.000 di impression.

«Questi numeri così alti e superiori alle aspettative dimostrano quanto sia stata efficace la costruzione di un lavoro di rete tra istituzioni diverse custodi del patrimonio artistico della città e confermano un legame solido del pubblico con la Carrara» commenta Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura. «Tre sono le considerazioni che esprimo volentieri sullo scorcio finale dell’evento su Moroni, propiziato dall’eccezionale prestito alla nostra città della sua celebre opera Il Sarto. La prima è certamente da riferirsi alle opere esposte: protagonisti assoluti di questo appuntamento, i dipinti, particolarmente attraverso l’impressionante abilità ritrattistica dell’autore, hanno fatto racconto - una volta di più - agli interessati visitatori di un mondo ormai avviato verso una lenta ma inesorabile transizione che va sotto il nome di modernità. Il secondo pensiero nasce dalla felice costatazione delle diverse iniziative di approfondimento e di studio spontaneamente fiorite nel nostro territorio a corollario della mostra. La terza considerazione, infine, desidera sottolineare il lavoro di progettazione culturale condivisa tra le principali istituzioni della città; un modello virtuoso di collaborazione, del quale tutti hanno potuto beneficiare: in prima istanza proprio gli abitanti della nostra terra che hanno espresso il loro plauso a questa comune progettazione, visitando numerosi le tre sedi espositive» aggiunge don Fabrizio Rigamonti, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Bergamo.

«Abbiamo realizzato numerosi restauri di opere del Moroni (oltre una decina) e siamo molto soddisfatti che otto tra questi (esposti al Museo Bernareggi) siano riusciti ad emozionare con la loro qualità artistica, la loro suggestione emotiva e i loro significati un pubblico numeroso e variegato. Un successo che conferma il valore a sostegno della mostra dedicata al Sarto presso l’Accademia Carrara, un Museo che attraverso questa esposizione ha rafforzato la sua vocazione internazionale, con forti radici nel territorio. La stessa vocazione internazionale che ci ha contraddistinto con il restauro alla pala di Santo Spirito di Lorenzo Lotto esposta al Museo dell’Ermitage a San Pietroburgo, con la mostra lottesca tenutasi alle Scuderie del Quirinale a Roma (nalla quale tutte le pale bergamasche di lotto sono state da noi restaurate) o la monografica da noi promossa lo scorso anno e dedicata a Palma il Vecchio in una “prima mondiale”. Il successo di oggi - che condividiamo in qualità di realizzatori dei restauri delle opere esposte al Museo Bernareggi e coproduttori della mostra presso il Museo Diocesano - dà nuova energia al lavoro che la Fondazione porta avanti con grande grande impegno, con la passione di chi è convinto che la creazione di un’identità sociale e il rafforzamento di uno spirito di cittadinanza condiviso si realizzino, fra l’altro, attraverso la sensibilizzazione verso il patrimonio storico-artistico e la sua conoscenza diffusa» rileva Angelo Piazzoli, della Fondazione Credito Bergamasco.

«Il pubblico che ha visitato numerosissimo l’Accademia Carrara in quest’ultimo mese e mezzo per ammirare Il Sarto di Moroni, ambientato nella sala del museo dedicata in permanenza al grande ritrattista, ha vissuto un’esperienza unica e indimenticabile. La condivisione del progetto espositivo dell’Accademia Carrara, con il Museo Bernareggi e Palazzo Moroni, all’insegna dell’arte di questo magnifico artista, costituisce un esempio di fruttuosa collaborazione culturale dalla quale l’intera città ha tratto grande beneficio. I contributi di studio che hanno portato interessanti novità sull’opera di Moroni sono stati apprezzati dalla comunità scientifica. Motivo di soddisfazione è che si tratta di tre obiettivi strategici raggiunti con successo» il commento della curatrice Maria Cristina Rodeschini.

«La risposta dei visitatori dimostra quanto possa essere efficace una esposizione mirata e ben incardinata nel patrimonio del museo e della città, che offrono, entrambi, un contesto per spiegarla. È una azione di illuminazione reciproca tra collezione permanente e opera ospite. Ma è anche l’apertura di una prospettiva differente, di uno sguardo diverso sul museo, resi possibili in questo caso dal dipinto in prestito dalla National Gallery di Londra che agisce come catalizzatore di nuovi significati. È un modo visivamente efficace di dimostrare la inesauribile potenzialità di racconti inediti racchiusi in un museo: sarà perciò una delle strategie che ancora saranno messe in campo nel prossimo futuro» rileva Emanuela Daffra, direttore Accademia Carrara. E a anche dal Museo Bernareggi arriva la soddisfazione di don Giuliano Zanchi: «Il progetto di una restituzione del prezioso lavoro di restauri condiviso con la Fondazione Credito Bergamasco ha trovato in questa mostra la sua cornice ideale. Ha del resto portato all’insieme un contributo di prim’ordine. Quindi grande soddisfazione. Sia sotto il profilo dei contenuti che dei numeri. Soddisfazione del resto restituita spesso esplicitamente dai visitatori, accorsi numerosi e convinti. Penso che tutti abbiano capito e gradito questo esperimento di progettazione comune fra istituzioni cittadine. Laborioso ma efficace. Certamente da elevare tra le buone pratiche da rendere frequenti. Devo gratitudine a quanti hanno lavorato per il successo di questo evento».

«Moroni a Bergamo è stata per noi un’occasione importante per tornare a essere una proposta culturale centrale della città. Grande soddisfazione per i numerosi visitatori che si sono recati a Palazzo Moroni e per l’entusiasmo con cui hanno risposto all’iniziativa» conclude Luciana Moroni, presidente della Fondazione Palazzo Moroni.

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