Delta Index
Mercoledì 03 Settembre 2025
Pontremoli: «Formo i giovani anche se saranno miei competitor»
CAPITALE UMANO. Il ceo di Dallara e presidente di Motor Valley all’Osservatorio Delta Index: «Solo confrontandomi con i migliori posso migliorarmi. La formazione è l’investimento che non si perde mai»
«Anche se un giorno diventeranno miei competitor, io ho comunque tutto l’interesse a formarli bene. Perché solo confrontandomi con i migliori posso continuare a migliorarmi». È questa la frase-manifesto con cui Andrea Pontremoli, ceo di Dallara e presidente di Motor Valley, rovescia uno dei pregiudizi più diffusi tra gli imprenditori: la paura che formare i giovani sia inutile, perché poi se ne vanno.
Siamo alla quarta puntata della sua videointervista con l’Osservatorio Delta Index. Dopo aver affrontato i temi dell’attrarre e del selezionare la Generazione Z, il dialogo approda ora alla formazione, il vero tallone d’Achille delle aziende italiane. I dati del Rapporto Delta Index 2024 parlano chiaro: solo il 9% delle imprese offre percorsi di onboarding completi e strutturati. Eppure, come ricorda Pontremoli, «è proprio nel momento in cui un giovane entra in azienda che si decide se resterà e come crescerà».
La formazione non è una cornice
Alla Dallara Academy, la formazione non è una cornice, ma la tela stessa del quadro. «Abbiamo creato un luogo che va oltre le quattro mura: qui i ragazzi trovano un sistema sociale e formativo che li fa sentire parte di una comunità. Non basta trasmettere nozioni, bisogna costruire un ecosistema in cui i giovani vogliano restare, perché trovano motivazione e opportunità».

(Foto di Gian Vittorio Frau)
Il concetto si allarga alla Motor Valley, la culla dei motori dove convivono Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Ducati e Dallara: «Siamo competitor sul mercato globale, ma abbiamo deciso di cooperare nella costruzione delle competenze. Ci siamo tassati insieme per aprire le nostre aziende ai giovani e ai visitatori. Chiunque può entrare, osservare, capire. È un modo per dire che crediamo nel futuro e che non abbiamo paura di mostrarci».
Egoismo a lungo termine
La logica è quella che Pontremoli chiama egoismo a lungo termine. «Se i giovani diventano miei collaboratori, avrò tutto l’interesse a renderli i migliori possibili. Se vanno altrove, potranno diventare miei clienti. Se un giorno saranno miei concorrenti, avrò comunque bisogno che siano bravi, perché solo confrontandomi con i migliori potrò continuare a crescere. È un ragionamento che spazza via la paura di formare e perdere le persone. Il vero rischio è non formarli affatto».
Andrea Pontremoli: «Quando un’azienda investe sul futuro delle persone diventa iper attrattiva, non solo per i giovani. Anche chi lavora da anni sente di appartenere a un progetto più grande»
Un ragionamento che intercetta i dati del Delta Index: la percentuale di aziende che considera la formazione prioritaria cresce dal 17% al 28% dopo il percorso di assessment. «Segno – osserva Pontremoli – che quando ci si ferma a riflettere si capisce che la formazione non è un lusso, ma una necessità. Noi in Italia non potremo mai competere sui bassi costi di produzione o sulle economie di scala. L’unico terreno su cui possiamo vincere è l’innovazione, e l’innovazione nasce dalle persone».
Un vantaggio competitivo
Per questo la formazione non è solo un dovere verso i ragazzi, ma anche un vantaggio competitivo per le imprese e per il territorio: «Dobbiamo chiederci sempre: qual è l’elemento differenziante che facciamo solo noi? Se facciamo le stesse cose degli altri, saremo costretti a competere sul prezzo e perderemo. La formazione delle persone è uno degli elementi più differenzianti. Se riesco a portare qui i migliori giovani del mondo, e oggi nel nostro Global MBA il 75% degli studenti è straniero, ho già creato un vantaggio enorme. E la gran parte di quei giovani sceglie di restare, perché trova un ecosistema che funziona».
Uno scopo alle persone e alle aziende
Pontremoli insiste anche su un altro punto chiave: la sostenibilità economica. «Dobbiamo avere aziende che fanno utili, certo. Ma dobbiamo anche avere aziende che siano utili. Questa doppia responsabilità è ciò che dà senso al lavoro dell’imprenditore. Formare non significa solo preparare professionisti, significa dare uno scopo di vita alle persone e allo stesso tempo dare uno scopo all’azienda».
Un messaggio che vale soprattutto per le nuove generazioni, ma che non lascia indifferenti nemmeno quelle più mature: «Quando un’azienda investe sul futuro delle persone diventa iper attrattiva, non solo per i giovani. Anche chi lavora da anni sente di appartenere a un progetto più grande».
Così la quarta tappa di questo viaggio con Andrea Pontremoli ci consegna una certezza: formare è l’unico investimento che non si perde mai, perché arricchisce chi impara, chi insegna e l’intero sistema che ne raccoglie i frutti.
Per approfondire il tema del rapporto tra AZIENDE e GENERAZIONE Z collegarsi al sito dell’Osservatorio Delta Index
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