Delta Index
Giovedì 31 Luglio 2025
Solo un lunedì al mese per assumere: «Così il primo giorno è memorabile»
CAPITALE UMANO. Terza puntata della videointervista dell’Osservatorio Delta Index ad Andrea Pontremoli, Ceo di Dallara e presidente della Motor Valley. Focus sulla selezione: contano i valori, non il curriculum
Ogni nuovo ingresso in Dallara è pensato come un momento speciale. Anzi, come un vero e proprio rito di accoglienza. Per questo, l’azienda guidata da Andrea Pontremoli (presidente della Motor Valley) ha scelto una regola semplice quanto rivoluzionaria: si assume solo un lunedì al mese. Tutti insieme. «Può sembrare una banalità – spiega Pontremoli nella terza puntata della videointervista realizzata dall’Osservatorio Delta Index – ma assumere solo un giorno al mese cambia tutto. Raduniamo i 15-25 nuovi assunti, li accogliamo insieme e dedichiamo loro tempo e attenzione. L’ingegner Dallara parla con loro per un’ora, io faccio lo stesso, così come il direttore della ricerca e quello del personale. Quando tornano a casa la sera, devono pensare: “Caspita, mi stavano aspettando”».
Il valore prima del curriculum
Il focus di questa terza puntata – girata nella sede di Varano de’ Melegari con il contributo di Gian Vittorio Frau – è dedicato al processo di selezione dei giovani. Un tema centrale per l’Osservatorio Delta Index, che nei suoi report ha rilevato come solo il 9% delle aziende consideri prioritario investire su questo aspetto, preferendo concentrarsi su attrazione e retention. Dallara, invece, ribalta il paradigma: «Io la selezione la faccio essenzialmente su un ambito valoriale. Cerco di capire cosa una persona ritiene giusto, che scopo ha. Per me il curriculum non è determinante. Cerco qualcuno che qui dentro veda una palestra per sperimentare se stesso».
Il rischio del disallineamento culturale
Pontremoli insiste sull’importanza dell’identità: «Noi non abbiamo problemi ad assumere. È il nostro modo di essere che attira, più di quello che facciamo. Chi entra deve sentirsi parte di un sistema sociale che condivide valori. Altrimenti, prima o poi, si troverà male. E se una persona è fuori sintonia con il nostro spirito, finisce che perde tempo lei e lo perdiamo noi».
Dai 10 anni all’università: sperimentare per scegliere
Nessuna scorciatoia. «Il nostro è un mestiere di passione. Per questo permettiamo a ragazzi dai 10 anni fino all’università di fare esperienze in azienda. Devono provare, capire se è quello che vogliono fare. Anche noi genitori – aggiunge Pontremoli – dobbiamo trattare i ragazzi da adulti. Smettiamola di proteggerli sempre: lasciamoli sperimentare cose diverse. Nemmeno l’ingegner Dallara, che ha 89 anni, sa esattamente cosa vuole fare da grande. Lui chiama l’azienda “l’imparatoio”: è il posto dove ogni giorno viene per imparare. E lo fa dai giovani».
Quando il primo giorno è un biglietto da visita
Il primo giorno, però, è il punto di svolta. «Se assumi tutti i giorni, cosa succede? Arriva un ragazzo alla reception: “Chi sei?” – “Pippo”. – “Chi è Pippo? Non sappiamo niente, aspetta che chiamiamo il personale…”. Già lì si sente di troppo. Invece da noi, il primo giorno, capisce che è importante. Che è atteso. Che è l’asset più importante che abbiamo».
Le persone non lasciano le aziende. Lasciano i capi
Un’accoglienza che dice molto anche sulla leadership: «Lo ripeto sempre ai miei capi: le persone non lasciano l’azienda, lasciano il loro capo. Ogni capo ha una responsabilità enorme. Come un genitore».
Una selezione che guarda lontano
Un modello, quello Dallara, che mette al centro la persona, il valore del tempo, il rispetto del percorso. E che dimostra, ancora una volta, come selezionare un giovane non significhi spuntare una checklist di competenze, ma riconoscere un potenziale e costruirgli intorno una cultura che lo faccia fiorire.
Per approfondire il tema del rapporto tra AZIENDE e GENERAZIONE Z collegarsi al sito dell’Osservatorio Delta Index
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