Multe al semaforo di Dalmine
Tutti respinti i venti ricorsi

Contestata la durata delle luci, ma anche l'ultima sentenza del giudice di pace ha stabilito «la piena legittimità della sanzione e il corretto funzionamento dell’impianto semaforico».

Tutti respinti i ricorsi per contestare le multe rilevate dall’impianto «Vista Red» sulla 525 a Dalmine, all’altezza dell’incrocio con via Vittorio Veneto e la frazione di Sabbio. Per venti volte il giudice di pace ha stabilito «la piena legittimità della sanzione e il corretto funzionamento dell’impianto semaforico».

L’ultima sentenza, in ordine di tempo, è del 9 luglio scorso. Una cittadina di Stezzano, 45 anni, contestava la durata della luce gialla (secondo la signora inferiore alle norme di legge) dopo aver preso ben tre multe nel giro di qualche mese. «Un ricorso durato un anno e mezzo perché si è dovuto cambiare giudice in corsa causa pensionamento – spiega il comandante della polizia locale, Aniello Amatruda – ma con quello nuovo non si è arrivati nemmeno al rinvio. Già alla prima udienza ha deliberato che la multa era pienamente legittima».

Installato nel maggio 2016, l’occhio elettronico nel primo mese aveva fatto una strage: 2.000 infrazioni in 30 giorni, vere e proprie code allo sportello della polizia locale, social impazziti a furia di commenti e anche cittadini che, muniti di cronometro, si recavano all’incrocio per misurare la durata delle luci. A tre anni di distanza le multe sono calate drasticamente: oggi sono una trentina al mese su una strada dove passano circa 30 mila veicoli al giorno, ben al di sotto della media. «Vuol dire che l’effetto deterrente è servito – conclude il comandante –: la gente lo sa, si ferma e presta attenzione, cosa che prima non succedeva. Specifichiamo che c’è sempre un doppio controllo: quello elettronico e poi, prima di spedire la multa, anche quello umano: visioniamo anche noi infatti i filmati».

Il dispositivo commette errori? «Errori di concetto solo in un caso: quello in cui c’è il transito del treno della Dalmine poco distante – spiega il comandante –. Quando passa il treno che trasporta i tubi infatti il semaforo per sicurezza passa automaticamente al rosso e capita che il sistema fotografi anche gli incolpevoli. Con il controllo umano ovviamente in quei casi la multa non viene spedita».

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