Carmine Abate
a Sarnico

Si terrà sabato 16 giugno la presentazione dell'ultimo volume di Carmine Abate, lo scrittore calabrese tra i primi cinque finalisti del premio Campiello 2012, che verrà proclamato il prossimo settembre.

Si terrà sabato 16 giugno la presentazione dell'ultimo volume di Carmine Abate, lo scrittore calabrese tra i primi cinque finalisti del premio Campiello 2012, che verrà proclamato il prossimo settembre.

L'incontro, organizzato dalla biblioteca comunale di Sarnico insieme all'amministrazione comunale, si terrà alle 18.30 in una location davvero suggestiva: la pinacoteca Bellini. Per la biblioteca sarnicese questa presentazione continua il lavoro di promozione della lettura avviato ormai molti anni fa e che ha portato a Sarnico numerosi autori, anche di fama nazionale: fra gli altri Andrea Vitali, Susanna Tamaro, Sveva Casati Modignani, Flavio Caroli, Gabriele Nissim, Marcello Veneziani, Isabella Bossi Fedrigotti e Bruno Pizzul.

Carmine Abate è nato nel 1954 a Carfizzi, un paese arbëresh della Calabria. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive in Trentino. Come narratore, ha esordito in Germania con Der Koffer und weg! (1984). Ha pubblicato due libri di racconti, Il muro dei muri (1993) e Vivere per addizione e altri viaggi (2010), la raccolta di «poesie & proesie» Terre di andata (1996 e 2011), il saggio I germanesi (1986 e 2006) con Meike Behrmann e i seguenti romanzi, ora tutti in edizione Oscar Mondadori: Il ballo tondo (1991), La moto di Scanderbeg (1999), Tra due mari (2002), La festa del ritorno (2004), Il mosaico del tempo grande (2006) e Gli anni veloci (2008). I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono tradotti in Francia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo e in corso di pubblicazione in arabo.

Il romanzo che verrà presentato sabato prossimo a Sarnico è la saga appassionata e coinvolgente, epica ed eroica di una famiglia che nessuna avversità riesce a piegare, che nessun vento potrà mai domare. I ricordi condivisi su «La collina del vento» costituiscono infatti le radici profonde della famiglia Arcuri, che da generazioni considera il Rossarco ( leggendaria e enigmatica altura a pochi chilometri dal mar Jonio) non solo luogo sacro delle origini, ma anche simbolo di una terra vitale che non si arrende. Così, quando il celebre archeologo trentino Paolo Orsi sale sulla collina alla ricerca della mitica città di Krimisa e la campagna di scavi si tinge di giallo, gli Arcuri cominciano a scontrarsi con l'invidia violenta degli uomini, la prepotenza del latifondista locale e le intimidazioni mafiose. Testimone fin da bambino di questa straordinaria resistenza ai soprusi è Michelangelo Arcuri, che molti anni dopo diventerà il custode della collina e dei suoi inconfessabili segreti. Ma spetterà a Rino, il più giovane degli Arcuri, onorare una promessa fatta al padre e ricostruire pezzo per pezzo un secolo di storia familiare che s'intreccia con la grande storia d'Italia, dal primo conflitto mondiale agli anni cupi del fascismo, dalla liberazione alla rinascita di un'intera nazione nel sogno di un benessere illusorio.

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