Il casalingo e la poliziotta
Ribaltati i ruoli della coppia

Dopo che «Morte di un ex tappezziere» (2016) ha sancito la fine del ciclo delle indagini del pensionato milanese Amedeo Consonni, iniziato con «La casa di ringhiera» (2011), Francesco Recami apre una nuova serie, con «Commedia nera n. 1».

Il nuovo protagonista, per alcuni tratti, non è troppo dissimile dal precedente: anch’egli non più giovane, soprattutto nell’anima, di fondo bonario se non remissivo, che si trova a subire più che guidare non solo gli avvenimenti, ma soprattutto le intemperie dello spirito. Commedia recita il titolo, e commedia è, come precipuo della maniera di Recami, anche nell’attraversare, seguire passo passo, scandagliare nel fondo quelle intemperie e passioni, restituite con piglio analitico ma anche immancabile capacità di distacco e ironia. Che è poi il distacco, vertiginoso, che separa autore da personaggio, forse vicini nella natura profonda, quanto lontani nei ruoli. L’autore sembra il puparo, il dio malizioso, che si diverte a ficcare la sua creatura nei guai più ansiogeni, nelle situazioni più assurde e paradossali: proprio quelle che più possono colpire le sue debolezze, eccitare le sue paure e fragilità.

Eppure, situazioni tanto paradossali, amaramente comiche, non impediscono la sospensione dell’incredulità, l’immersione nella vicenda, perché costruite, preparate secondo accurata consequenzialità. Un Antonio Maria ha sposato, e già qui siamo sul comico-paradossale, una Maria Antonietta. La coppia, attraverso un graduale, particolarissimo iter matrimoniale, finisce per costituire l’esatto antipodo, il perfetto rovesciamento dei cliché sui rapporti maschio-femmina. Lei, truce, attivissimo, determinato commissario di Polizia. Lui, passato per una depressione sempre più invalidante e affollata di fobie, ridottosi a fare il casalingo, a non poter più uscire di casa. Lei convinta di dedicare a lui tutte le sue attenzioni e energie protettive, lui convinto di essere nelle mani di un carceriere inflessibile e vendicativo. Come nel restituire il graduale, inesorabile innamoramento senile del Consonni, così qui Recami si dimostra maestro nel seguire, costruire passo passo divenire e varie sintomatologie di un processo psicologico che procede verso esiti intriganti e paradossali, assurdi ma, all’interno del sistema, credibili. Riuscirà Antonio Maria, «dilaniato, dimidiato, diviso, tra un essere pensante e razionale e un essere emotivo e attanagliato dalla paura», ad evadere dal suo carcerario matrimonio con la poliziotta? Come?.

© RIPRODUZIONE RISERVATA