Treviolo-Paladina allagata
La Provincia rivede il progetto

Allo studio la revisione delle vasche di raccolta della pioggia. Ora si dovranno aspirare sette milioni di litri di acqua. Si allungano i tempi.

L’allagamento della Treviolo-Paladina, tratto in costruzione della tangenziale sud di Bergamo, preoccupa la Provincia al lavoro per aggiustare il progetto, dopo quanto si è verificato a Valbrembo: 300 metri di cantiere in trincea, scavata nella piana del paese per la costruzione di una delle quattro gallerie della nuova strada, sono stati invasi dall’acqua piovana e, in parte minore, dall’acqua proveniente da una vicina vasca di sollevamento (un troppo pieno). La vasca è stata sigillata e il problema quindi è stato risolto, non è così invece per il problema delle piogge. La piana di Valbrembo è infatti una zona critica dal punto di vista idrogeologico perché raccoglie le acque piovane non drenate dal terreno, provenienti dalla zona precollinare a nord. Il progetto della Treviolo-Paladina prevede sistemi di pompe idrauliche e vasche di raccolta per scongiurare rischi di allagamento.

«Ma questi sistemi – spiegano dalla Vitali spa di Cisano, l’impresa che sta eseguendo i lavori – sono tarati sulla quantità di acqua piovana che potrebbe riversarsi sulla parte di asfalto non coperta della strada, 52 mila metri quadri, e non certo su quella proveniente dalle circostanti superfici non drenanti, di tre, quattro volte superiore». Il problema è noto in Via Tasso, dove si stava approfondendo la questione piana e rischio allagamenti ancora prima che il cantiere della parte in trincea della strada in costruzione si allagasse. Segnalazioni in merito erano arrivate anche dal consigliere di minoranza (ed ex sindaco) di Valbrembo, Gianleo Bertrand Beltramelli sia prima che dopo l’allagamento. «Già da questa estate – spiega Pierluigi Assolari, responsabile dell’area Viabilità, Edilizia e Trasporti di Via Tasso – in coordinamento con la direzione lavori stiamo effettuando approfondite analisi, con carotaggi fino a 30 metri, che ci hanno dimostrato come il terreno circostante il cantiere della Treviolo-Paladina abbia degli strati drenanti molti diversi a poca distanza l’uno dall’altro. Proteggere la futura nuova strada da qualsiasi allagamento è una priorità. Al progetto dovranno essere apportate alcune modifiche per quanto riguarda la portata delle vasche di raccolta e la capacità delle pompe di drenaggio che dovranno ovviamente essere maggiorate».

Intanto ora c’è da aspirare l’acqua che si è accumulata nel cantiere del tratto in trincea, circa sette milioni di litri. La Vitali, al momento impegnata lungo altri tratti del cantiere, dovrà aspirarla e scaricarla nella rete di Uniacque e poi dovrà procedere a rimuovere circa 20 centimetri dello strato di terra sottostante ritenuto ormai compromesso. Questo comporterà un mese di ritardo rispetto al cronoprogramma stabilito.

La Provincia, comunque, auspica che l’impresa di Cisano possa recuperare il tempo perso. L’obiettivo è concludere l’intera opera entro l'autunno del prossimo anno.

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