La mammografia in 3D
risulta più efficace

La mammografia in 3D migliora la scoperta dei tumori al seno, riuscendo a scovarne quasi il doppio rispetto a quelle tradizionali: lo afferma uno studio dell’ University of Pennsylvaniàs Perelman School of Medicine.

La mammografia in 3D migliora la scoperta dei tumori al seno, riuscendo a scovarne quasi il doppio rispetto a quelle tradizionali: lo afferma uno studio dell’ University of Pennsylvaniàs Perelman School of Medicine, secondo il quale l’esame tridimensionale può aumentare la percentuale di rilevazione della malattia.

La ricerca si è concentrata su una tecnologia relativamente nuova chiamata tomosintesi, approvata per la prima volta nel 2011. A differenza di una normale mammografia, dove la macchina è fissa, nella tomosintesi si muove intorno al seno, creando con i raggi X un’immagine tridimensionale.

Grazie all’utilizzo combinato di test digitali e mammografia in 3D, lo studio afferma che si sono rilevati il 41% in più dei tumori al seno più invasivi: mentre l’esame standard scopre una quota pari a 2.9 tumori per 1.000 donne, la combinazione dei due metodi ha rilevato 4,1 cancri ogni 1.000 donne.

Ogni anno negli Usa vengono eseguite circa 38 milioni di mammografie, per un costo di otto miliardi di dollari.

L’attrezzatura per l’esame in 3D costa circa il doppio di quella standard

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