L’astinenza dalle sigarette
non spinge verso il cibo

False credenze e il sorprendente risultato di una ricerca dell’università di Buffalo (Usa) su un gruppo di cinquanta fumatori.

Ricorrere al cibo quando non si può accedere una sigaretta. Si pensa che sia un meccanismo che scatta in molti fumatori, ma un nuovo studio sfata questa credenza, suggerendo che l’astinenza dal fumo non influisce in maniera importante sulla motivazione che spinge verso il cibo.

La ricerca, dell’Università di Buffalo e pubblicata sulla rivista Drug and Alcohol Dependence, ha preso in esame 50 partecipanti, tutti i fumatori che si erano astenuti per 12 ore e che in un altra fase dell’esperimento non lo hanno invece fatto, a cui sono stati dati dei soldi da spendere per le loro scelte. Sono stati infatti messi di fronte a tre scatole con tre oggetti: la loro marca preferita di sigarette, una barretta di cioccolato che in precedenza avevano mostrato di gradire o un bicchiere d’acqua. Ogni partecipante, visto il contenuto della scatola, doveva indicare il suo desiderio su una scala da 1 a 7 e decidere quanto di una quota di nove dollari impegnare per averlo.

Dall’analisi dei comportamenti è emerso che i partecipanti hanno speso in generale più denaro per accedere alle sigarette rispetto al cibo o all’acqua e tra questi ultimi due più per il cibo. L’astinenza ha aumentato il valore attribuito alle sigarette ma non ha influenzato in modo significativo quello di cibo o acqua. Gli studiosi sottolineano che un aspetto importante è che coloro che hanno preso parte allo studio non stavano cercando di smettere di fumare e che comunque i risultati evidenziano che il cibo non diventa più attraente nei momenti in cui un fumatore si trova in un ambiente privo di fumo, o non può fumare. «Se ci si trova su un aereo e non si può fumare- è la conclusione di Stephen Tiffany, autore principale della ricerca - probabilmente non si spenderanno più soldi del solito in spuntini».

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