Poco sale iodato
Tiroide in crisi

Nonostante siano passati otto anni dalla legge che istituiva l’obbligo di vendita del sale iodato In Italia solo poco più di metà di questo condimento viene venduto nella forma più salutare, e questo si riflette in una incidenza ancora alta di malattie della tiroide.

Nonostante siano passati otto anni dalla legge che istituiva l’obbligo di vendita del sale iodato In Italia solo poco più di metà di questo condimento viene venduto nella forma più salutare, e questo si riflette in una incidenza ancora alta di malattie della tiroide.

L’appello a consumare «poco sale ma iodato», hanno ricordato gli esperti durante il congresso dell’Associazione Italiana Tiroide che si è chiuso a Roma, per il momento non è stato accolto, ma a cambiare le cose potrebbe essere un «rafforzamento» della legge in arrivo.

Secondo i dati presentati dall’osservatorio istituito dall’Istituto Superiore di Sanità la percentuale di sale iodato utilizzato dalle famiglie italiane nel 2013 si ferma al 54%, ben lontano dal 95% raccomandato dall’Oms e raggiunto da diversi paesi europei, dall’Austria alla Svizzera. Se la grande distribuzione sembra aver ormai recepito il messaggio, con solo il 2,3% delle confezioni fuori dai parametri, a segnare il passo sono la ristorazione collettiva, ferma al 23%, e l’industria alimentare, abbondantemente sotto il 10%.

“Proprio la ristorazione collettiva, comprese mense e tavole calde, è la principale destinataria del rafforzamento della legge, che è contenuto in un disegno di legge delega che dovrebbe essere approvato a breve dal Consiglio dei Ministri - spiega Alfredo Pontecorvi, uno degli organizzatori del congresso -. Il provvedimento conterrà l’obbligo per queste categorie di usare il sale iodato, così come quello per la grande distribuzione di esporre manifesti che spieghino i vantaggi dall’uso di questo tipo di sale. Per la prima volta sono previste sanzioni fino a 6mila euro per chi non rispetta la legge”.

Anche a causa del mancato uso di sale iodato in Italia la prevalenza del gozzo, l’ingrossamento della tiroide con la formazione di noduli, nelle scuole italiane arriva in alcune zone del nord al 10%, mentre al sud, dove i consumi sono più bassi, anche al 15%. Il 6,9% dei bambini, inoltre, nasce con un deficit di iodio dovuto allo scarso apporto durante la gravidanza. “La carenza iodica in gravidanza può portare a un ritardo del quoziente intellettivo del bambino - ricorda Pontecorvi -. Inoltre i noduli alla tiroide possono degenerare in tumore, e la carenza di iodio è una delle cause dell’ipotiroidismo, molto diffuso negli adulti”.

Proprio la terapia dell’ipotiroidismo è stato uno degli argomenti principali del congresso, durante il quale è stato presentato un documento congiunto delle società scientifiche sull’arrivo del generico della tiroxina, il farmaco usato per la terapia da circa 6 milioni di italiani, di cui però non è dimostrata l’equivalenza a quello ’griffatò. La preoccupazione, ha sottolineato Paolo Beck-Peccoz, presidente eletto Ait, è comune alle società scientifiche di tutto il mondo. “Da noi per effetto della legge il medico è obbligato a prescrivere il generico, a meno che non scriva nella ricetta che il farmaco non è sostituibile - spiega l’esperto - ed è quello che anche noi raccomandiamo, almeno finchè non ci saranno studi che dimostrano l’effettiva intercambiabilità”.(ANSA).

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