Sponsorizzato

Cardiologia e oncologia, mai sottovalutare i rischi: in Habilita c’è lo specialista dedicato

Il Dr. Francesco Vattimo, cardiologo operativo anche nella sede di Sarnico, spiega l’importanza di prevenire le complicanze cardiache associate alle terapie antitumorali

Il Dr. Francesco Vattimo è specialista in Cardiologia in Habilita e da poche settimane ha iniziato la sua collaborazione anche nella sede di Sarnico. In particolare, si occupa di cardio-oncologia e per capire meglio di che cosa si tratta, gli abbiamo chiesto di spiegarci da dove nasce e dove si colloca questa particolare branca.

«I nuovi farmaci chemioterapici - spiega il Dr. Vattimo - sono spesso cardiotossici: ciò significa che gli specialisti in oncologia hanno la necessità di indicare un percorso chemioterapico ai loro pazienti, previo nullaosta da parte del cardiologo che, oltre alla visita specialistica, esegue un elettrocardiogramma e un ecocardiogramma per verificare lo stato di salute del cuore in quel momento affinché si possa poi effettuare un nuovo controllo (a distanza di tre/sei mesi) in sicurezza. La cardiotossicità dei farmaci chemioterapici è un elemento che viene valutato a intervalli regolari, poiché potrebbe provocare scompenso cardiaco, aritmie, cardiopatie ischemiche o ipertensione. Per questo motivo la figura del cardiologo risulta poi essere molto rilevante».

Quanto è importante, quindi, effettuare una visita cardiologica di controllo in tempi rapidi?

«In questi casi la tempistica gioca un ruolo fondamentale. Riuscire a effettuare velocemente una visita cardiologica consente poi al paziente di iniziare al più presto la chemioterapia, con tutto ciò che ne consegue».

Da dove nasce la cardio-oncologia?

«Si tratta di una branca nuova che riunisce due specialità: la cardiologia e l’oncologia. Prima di intraprendere questo percorso ho studiato in modo approfondito tutte le caratteristiche relative ai farmaci oncologici e le reazioni che possono provocare a livello cardiaco. Non si tratta di effettuare un semplice elettrocardiogramma, ma è necessario studiare con attenzione ogni singolo caso per capire se l’azione del farmaco che verrà somministrato potrà poi essere sopportata dal cuore. Purtroppo, ricordiamo che molti pazienti oncologici sono anche cardiopatici e, proprio per questo motivo, il cardiologo deve comunque avere competenze anche in campo oncologico e, allo stesso modo, l’oncologo deve avere competenze in ambito cardiologico. La cardio-oncologia nasce appunto dalla fusione di queste due specialità».

Per quale motivo ha iniziato a occuparsi di cardio-oncologia?

«Io l’ho ritenuto un argomento molto interessante e mi sono messo a studiare per approfondire le mie competenze in questa nuova branca. Da ormai oltre 8 anni visito pazienti nell’ambulatorio di cardio-oncologia con grande soddisfazione, sia dal punto di vista umano, sia da quello professionale».

Per ulteriori informazioni e prenotazioni chiamare il numero 035 4815515 o inviare una mail a [email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA