Telefono senza voce
nell’era dello smartphone

Nell’era dello smartphone non si telefona più. Un paradosso. Nel 2015 le chiamate sono diminuite del 25 per cento nei mercati sviluppati, secondo un dato della società di consulenza Deloitte: un calo doppio rispetto all’anno precedente. Sempre nel 2015 gli abbonamenti per il solo traffico dati, quindi senza telefonate, sono aumentati, a livello mondiale, del 26 per cento.

Il Pew Research Center certifica che la percentuale di adolescenti che telefona non supera il 19 per cento, contro il 55 per cento di chi chatta. Intanto WhatsApp, il metodo più comune di messaggistica istantanea, ha superato il miliardo di clienti. Secondo una ricerca di Telefono Azzurro e Doxakids, il 78 per cento dei ragazzi intervistati chatta su WhattsApp per la gran parte della giornata. Incredibile.

La dipendenza da chat è pervasiva e diffusa a tutte le età. Provate a viaggiare in treno o in metropolitana. La stragrande maggioranza delle persone attorno a voi sembreranno impegnatissime come manager nel compulsare mail di lavoro e comunicazioni di fondamentale importanza. Sbirciateli in modo discreto: il più delle volte sono coinvolti, in realtà, da una serie di chat cariche di faccine, sorrisini, fotine e via così.

E’ evidente che, pur circondati da persone con Smartphone incorporato, si resta spesso avvolti nel silenzio, mentre attività ed emozioni sembrano confinate dentro app e chat, nel muto scivolare dell’indice sulla superficie <touch> dello schermo. Oggi non avere un profilo su Facebook è come un tempo non comparire sull’elenco telefonico o non possedere un televisore: è considerata una scelta eccentrica, snob, incomprensibile. Ed è probabile che quel giudizio sia corretto. I rapporti sociali sono i primi a essere modificati da questa rivoluzione nel modo di comunicare.

Negli Stati Uniti, però, ora si delinea una nuova frontiera: per far carriera, si deve essere in grado di sostenere interazioni dal vivo. Per vendere qualcosa ai clienti, i messaggi non bastano. Neanche per comunicare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA