La storia di Flamingo a Bergamo
Moda, arte e un compleanno speciale

Avere il coraggio di guardarsi dentro. Pochi mesi al compleanno dei 7 anni di «Flamingo», e Daniela Chignoli organizza una serata che racconta tutto di lei.

Dei colori delle stoffe che sceglie a ogni collezione, delle collaborazioni che stagione dopo stagione sa creare con grande fascino e significato. Guardandosi dentro, come ha imparato a fare. Una sorta di viaggio che percorre dopo una sfida che è già arrivata al settimo anno: provare a camminare da sola e, quando tutti dicevano di non farlo, aprire un microcosmo di abiti e sogni, in piazza Pontida 18/b. Si chiama «Flamingo» la sua bottega, con un mondo di amici che la costellano, di tendenze dallo stile sempre non conforme alle etichette di una moda che ci vuole tutte uguali.

«Flamingo» è un po’ come sognare, ma con la concretezza di poter resistere alle intemperie di un’epoca difficile per i giovani talenti e le etichette emergenti. E allora sempre nuove aziende, nuove collaborazioni con designer made in Italy, tra la maglieria colorata che scalda il cuore, calzini francesi dalle fantasie gioiose, etichette locali di nuovi volti di una moda che lavora con passione. Donne, tutte donne, che con mani laboriose confezionano abiti in serie limitata.

Sabato sera, per raccontarsi e per presentare tutto questo, Flamingo ha unito alla sua moda anche l’arte di Alan Zeni, in arte «ZA», presentando un progetto fotografico che parte proprio dal «guardarsi dentro»: dalle fotografie, scatti di volti e corpi, per arrivare a opere d’arte che riescano a entrare nel profondo dell’animo di quel ritratto, di quella persona. Si chiamano «Be-Side» e «Soul» i due percorsi artistici in scena sabato, «un viaggio da vivere individualmente», per ogni scatto che Alan realizza e trasforma in opera d’arte: «La fotografia viene rielaborata e mette a nudo quel che siamo» spiega ZA.

Un’indagine dell’anima che si unirà ai colori e alle fantasie dei tessuti e delle forme, quel microcosmo di affetti e sensazioni che «Flamingo» racconta, insieme ai profumi di Ombretta Gotti, altra bergamasca che con «Ma che bontà» esprime il suo estro attraverso nuove sperimentazioni culinarie. «Buona energia» racconta Daniela Chignoli, per apprezzare le collaborazioni con persone che si stimano e sanno creare un circolo virtuoso, di arte e fantasia. Anche solo per trovarsi attorno a un tavolo per mangiare un piatto di pasta, raccontandosi sogni e storie.

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