Moda e teatro per il brand del Levriero
L’uomo Trussardi? In cerca d’autore

Personaggi in cerca d’autore. Così si potrebbero definire gli uomini contemporanei. In fatto di stile e di abbigliamento, sembrano spezzati a metà: sono in bilico tra ieri e oggi, nostalgia e tecnologia, ruoli tradizionali e genderless.

Con la nuova collezione Trussardi Uomo Primavera-Estate 2017, Gaia Trussardi vuole mettere in scena questa contraddizione contemporanea, questo ossimoro dei nostri giorni. Innanzitutto l’installazione. Dentro la loggia nel quadriportico di Palazzo di Brera, una serie di attori scelti con uno street casting incarna e riflette gli archetipi maschili contemporanei. È un caleidoscopio di cliché e ruoli, un gioco di specchi in cui l’identità maschile viene esposta, analizzata, ironizzata e umanizzata. Come su un palcoscenico pirandelliano.

La collezione ha le stesse intenzioni dell’installazione. Il punto di partenza sono le tele di pittori come Ligabue e Vincent Van Gogh. Soprattutto il tratto febbrile con cui hanno ritratto i completi maschili dei loro personaggi. Quelle superfici mosse, quasi fossero increspate da onde, sono state riportate sui tessuti classici del guardaroba tradizionale da uomo. Che infatti si infrangono in un moto che spezza convenzioni e geometrie. Anche la silhouette è spezzata a metà. Sopra giacca e gilet; sotto pantaloni da jogging. È l’emblema dell’ossimoro dell’abito maschile di oggi: istituzione e ribellione, ordine e caos, impiego e tempo libero.

I tessuti, poi, spingono l’acceleratore della contraddizione: neoprene e lino grezzo insieme a denim e suede si contrastano e mescolano in nuovi equilibri. Sempre seguendo percorsi anticoncettuali. Allo stesso modo i colori: le sfumature si mischiano senza un vero confine, anzi, trovando nella loro unione caotica un’armonia più moderna. La personalità e la rilevanza dell’auto affermazione diventano il nuovo culto della mascolinità. In un momento di ridefinizione dei ruoli, la collezione Trussardi spinge sull’autorevolezza nel distinguersi. Stampe di busti classici con pennellate di colori primari si stagliano come quadri-à-porter. E la pelle di pitone ritorna protagonista di un dandismo che non intende stupire ma aprire nuove strade nell’espressione della propria eleganza.

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