Caravaggio piange Pierangela Tadini
Addio alla 50enne morta a Pioltello

lunedì 5 febbraio a Caravaggio è il giorno dell’ultimo saluto a Pierangela Tadini, una delle tre vittime del tragico incidente ferroviario del 25 gennaio.

A celebrare il parroco don Angelo Lanzeni, in una chiesa gremita e addolorata. «Nulla della sua vita deve andare perduto, ora che lei è in viaggio sulle ali della speranza. Noi dobbiamo raccogliere nella speranza il suo ultimo atto d’amore: dobbiamo consegnare la sua vita a Dio, consegnando anche la nostra fragilità» ha detto il sacerdote.

Presente in chiesa anche il sindaco e tantissimi amici e conoscenti della bergamasca. Ad accompagnare il feretro di Pierangela Tadini sono stati i genitori Angelo e Maria Luisa, la sorella Mara e suo marito Corrado, oltre alla figlia Lucrezia, che era con lei sul treno quando è deragliato.

Mamma e figlia 18enne abitavano a Misano Gera d’Adda in una villetta di via Aldo Moro, al civico 32. Impiegata di 50 anni, il giorno dell’incidente, stava raggiungendo l’ospedale milanese San Giuseppe dove lavorava mentre la studentessa avrebbe raggiunto il liceo linguistico dove frequenta il quinto anno. Un treno che però a metà strada ha concluso il suo viaggio, trasformandosi in una trappola mortale per Pierangela Tadini e altre due passeggere. Per l’amata figlia Lucrezia l’ultimo gesto d’amore della donna, che durante le fasi del deragliamento ha teso il braccio verso la ragazza, istintivamente, per proteggerla e forse salvarla: la giovane ha infatti riportato solo leggerissime ferite.

Ora Lucrezia si trova a casa del papà, che risiede a Vanzago, in provincia di Milano, paese dove mamma e figlia risiedevano fino al 2011, anno in cui decisero di trasferirsi dopo la separazione dei coniugi. Una scelta dettata anche dal desiderio di ritornare nella Bassa e dalla volontà di stare vicino agli anziani genitori di Pierangela.

Ora per la tragica vicenda i pm hanno iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni gravi, otto persone, tra vertici e quadri di Rete Ferroviaria Italiana e Trenord, le due società anche loro coinvolte in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

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