Tentano furto a scuola, la preside:
«Scusate, non avete capito i nostri valori»

Tentato furto alla scuola media Grossi di Treviglio. La preside scrive ai ragazzi: «Vi chiedo scusa per non esser stata capace di farvi arrivare oltre alla severità, alla comprensione che la scuola ha cercato di dare. Se non si è stati in grado di farvi sentire quel “teniamo a voi” accanto alla disapprovazione per gli sbagli, le scorrettezze da ragazzi, le villanie…».

«Che cosa spinge un gruppo di ragazzi col passamontagna, la notte tra Natale e S. Stefano, a scardinare la finestra di una scuola, scassinare il distributore delle bevande, cercare di portar via pochi soldi e un pc, e poi al suono dell’allarme e all’arrivo della polizia abbandonare tutto? Noia, risentimento, bisogno?». Inizia così la lettera della dirigente scolastica della scuola Grossi di Treviglio Nicoletta Sudati che racconta: «Cinque o 6 ragazzi sono entrati dal seminterrato dell’Indirizzo Musicale e sono saliti al piano superiore, facendo solo danno, perdendo sonno e silenzio e facendoli perdere a chi è arrivato sul posto al suono della sirena. Forse ex-alunni arrabbiati con la scuola, con la vita - spiega -. Se è così, vi chiedo scusa per non esser stata capace di farvi arrivare oltre che alla severità anche la comprensione che la scuola ha cercato di dare. Se non si è stati in grado di farvi sentire quel “teniamo a voi” accanto alla disapprovazione per gli sbagli, le scorrettezze da ragazzi, le villanie…».

«Possiamo rimproverare noi stessi per non avervi in-segnato abbastanza la strada del bene per voi stessi e per gli altri, per non aver coltivato abbastanza passione e forza in voi, per non avervi fatto vedere quanto il vincolo di trasmettere e costruire conoscenza fosse anche una promessa fatta a ciascuno, una scommessa con la vita per cercare il meglio in voi e per renderlo visibile a tutti. Forse abbiamo sbagliato qualcosa. Forse - continua la lettera della dirigente -. Ma sappiate che accanto a una responsabilità sociale c’è anche una responsabilità personale. A dire di no a chi vuol mostrarsi più forte del bene che c’è in ciascuno, a dire di no a chi vuole sminuire la singolarità di ognuno, a chi pensa che nel “branco” si sia più vigorosi, a chi fa scambiare per coraggio la codardia. Sì, perché occorre una buona dose di vigliaccheria per rubare in una scuola, per portare a rubare in una scuola. Il branco non moltiplica qualità, talenti, ingegno. Anzi, li mortifica».

«La forza, l’audacia, il valore sono altro. Siate cordata, in salita verso la cima, in un passo verso l’orizzonte e verso il cielo, siate squadra, dove impegno e cooperazione conquistano leale vittoria. Siate skipper di voi stessi, portate le vostre vele a gonfiarsi di buon vento ché la tempesta le strappa. Nulla si ottiene senza impegno».

«Ho sempre pensato che dentro a ogni ragazzo che lasciamo al termine della terza media possa rimanere qualcosa che prima o poi germoglia, come seme nella terra, anche quando la terra è diventata brulla, pietrosa, riarsa. Perché il verde sbuca ovunque, in modo inatteso, sorprendente. Ragazzi, la strada è vostra, siate uomini, siate umani. “Fatti non foste per vivere come bruti”, così dice Ulisse ai suoi compagni di viaggio per spronarli al coraggio verso un altrove, per dar forza ai remi verso la virtù. Quale la vostra virtù? Noi confidiamo che la rendiate trasparente prima di tutto a voi stessi».
Sul tentato furto sta indagando il Commissariato di Treviglio.

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