Treviglio, il figlio lo aspettava in auto
«Torno subito». Poi l’esplosione

Il figlio di 10 anni ha sentito il boato dell’esplosione: aveva accompagnato il padre e si trovava in auto, nei pressi dell’azienda dove Giovanni Battista Gatti era intervenuto.

Probabilmente pensava di risolvere in fretta quell’anomalia dell’essiccatoio sulla quale era stato chiamato a intervenire. Lo dimostra il fatto che Giovanni Battista Gatti, 51 anni, uno dei due operai morti a Pasqua all’Ecb company srl di Treviglio, aveva deciso di recarsi in azienda insieme al figlio più piccolo di 10 anni, che poi ha lasciato in auto pensando, appunto, che sarebbe tornato di lì a poco. Invece, purtroppo, il cinquantunenne, da più di 20 anni impiegato all’Ecb dove attualmente copriva il ruolo di caporeparto, è morto poco dopo nell’esplosione dell’essiccatoio che stava controllando insieme al collega Giuseppe Legnani.

Il figlio dall’auto ha sentito lo scoppio. Poco dopo è stato raggiunto dal terzo operaio, Giacomo Moioli di Treviglio, che si trovava sul luogo del tragedia da cui è riuscito ad uscirne illeso. Quest’ultimo vedendo il ragazzino, gli ha detto di rimanere lì dove si trovava. E così ha fatto fino all’arrivo in azienda dei carabinieri della compagnia di Treviglio che gli hanno poi detto di chiamare e fare intervenire sul posto la mamma Federica.

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