«A Bruxelles promuovo lo sport
nelle scuole, rete di 21 nazioni»
Anche lui, il «Casta», di strada ne ha fatta parecchia: oggi lavora per l’Enas (European Network of Academic Sports Services), un’associazione internazionale non governativa che si occupa della promozione di sport e attività fisica a livello di scuola superiore. In pratica, una rete di università europee, fondata nel 1997 a Chambéry e dalla Francia allargatasi sino a contare, attualmente, 120 membri di 21 nazioni diverse. «Io mi occupo di coordinarne le attività – spiega Andrea – e di veder realizzati i progetti distribuiti in tutta Europa. L’anno scorso, ad esempio, mettemmo in scena a Trento un forum di tre giorni ricco di dibattiti, proposte e attività: avremmo dovuto ripeterlo ora a Sterling, ma causa covid oggi ci muoviamo solo on line». La scelta della Scozia, tra l’altro, non era stata casuale: «In questo periodo è importante coinvolgere le università del Regno Unito, così da approfondire gli effetti della Brexit: lo sport è in grado di offrire eccezionali occasioni di discussione e confronto».
E non solo: nulla come lo sport costituisce fonte di dialogo e di incontro. «Organizzare tornei e competizioni non è mai stato il nostro focus, ma se un’università ha validi progetti in tema noi garantiamo supporto. Fra gli appuntamenti saltati, ma solo per ora, c’erano anche un torneo di basket programmato a Tel Aviv, a cui avrebbero partecipato ragazzi sia israeliani che palestinesi; e una corsa di beneficienza in programma a Vigo, in Spagna».
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