«A Singapore una società d’investimenti ma torno in Italia»

Filippo Stefanelli. A 41 anni ha fondato a Bergamo la società di comunicazione NT Next, per poi emigrare. Nel 2023 il rientro dall’Asia: «Per ripartire di nuovo».

Una vita sempre in movimento, dagli studi per diventare ingegnere, a co-fondatore di una propria agenzia di comunicazione, fino alla scelta di lasciare tutto e trasferirsi dall’altra parte del mondo per scoprire una nuova realtà e diventare responsabile dell’area marketing di un’importante società di investimenti. È questo il percorso che ha portato Filippo Stefanelli, classe 1981, nato a Bologna e vissuto in giro per l’Italia principalmente a Bergamo - «i momenti più importanti della mia vita sono stati vissuti a Bergamo, la mia terra d’adozione a cui sono molto legato e dove ho la maggior parte dei miei affetti» -, a vivere a Singapore da oltre quattro anni e mezzo, dove, fino a inizio novembre ha ricoperto il ruolo di Chief Marketing Officer per StashAway.

«Da piccolo ho girato l’Italia a causa del lavoro di mio padre, lavorava per la Guardia di Finanza - spiega - e doveva cambiare spesso, ma poi siamo arrivati a Bergamo e ci siamo fermati. Ho frequentato le scuole e ho vissuto gli anni successivi. Sono cresciuto lì e sono bergamasco».A Bergamo Filippo ha mosso anche i suoi primi passi nel mondo del lavoro, co-fondando da zero una propria attività. «Dopo il liceo e durante gli anni di studio all’università, dove mi sono iscritto a Ingegneria, con un caro amico, Carlo, abbiamo creato un’agenzia di comunicazione.

Abbiamo iniziato facendo quello che a due ragazzi di 20 anni come noi faceva comodo, quindi lavorando in cambio di ingressi gratis nei locali. Mandavamo messaggi per conto dei club, per gli eventi e le serate, ci chiamavamo “Sms live”. Poi ci siamo evoluti creando una vera e propria agenzia di comunicazione supportata anche da altri due soci fondatori. Avevo 22 anni circa e il nostro lavoro aumentava sempre di più e quindi abbiamo aperto una vera e propria attività, che oggi si chiama NT Next, e abbiamo iniziato ad assumere persone. Poi anche il calibro dei clienti è cambiato radicalmente e ci siamo ritrovati a lavorare per grossi player internazionali, con aziende di moda, cibo, intrattenimento, realtà con budget pubblicitari significativi, che si sono affidate a noi (spesso dopo essere state servite da agenzie molto più grandi)».

Filippo, però, dopo tanti anni di lavoro nell’agenzia che ha creato, sente che è arrivato il momento di cambiare. «L’agenzia - continua - è in costante crescita, una rinomata realtà bergamasca che opera con grande passione e professionalità. L’attività negli anni si è evoluta, espandendo anche la sede, fino ad avere oltre 20 collaboratori.

Eravamo partiti in due e quello che siamo riusciti a fare è sicuramente stato qualcosa di importante (siamo arrivati anche in finale ai Webby Awards di New York, uno dei premi più ambiti del settore). Dopo 12 anni che facevo questo, però, ho sentito il desiderio di andare all’estero, perché sentivo che l’Italia mi stava un po’ stretta in quel momento e volevo vedere cosa c’era altrove». Nel 2018, quindi, Filippo lascia il lavoro e Bergamo per trasferirsi dall’altra parte del mondo con la propria famiglia, alla ricerca di un futuro diverso e tutto, nuovamente, da costruire.

«Il modo ideale per andare all’estero non lo conoscevo e quindi ho deciso di frequentare un importante Executive Mba di respiro internazionale. Così mi sono rimesso a studiare a 37 anni, sono stato ammesso al Global Executive Mba di Insead (tra le prime tre al mondo) che mi ha portato in giro per Europa, Singapore e Cina. Quando nel marzo 2018 sono arrivato da studente a Singapore, insieme a mia moglie Sara, anche lei bergamasca, ho trovato una città incredibile e ho detto “ok, questo è il posto dove venire a vivere”». E così è stato. «Dovevo però trovare un lavoro. Quindi ho iniziato un’operazione di networking feroce, tra caffè, introduzioni, conoscenze, con qualsiasi mezzo avevo a disposizione e, attraverso una comune conoscenza bergamasca, ho incontrato Michele, il co-fondatore e Amministratore delegato di StashAway, anche lui italiano.

Con lui ci siamo trovati subito, i nostri profili erano molto complementari e quindi ho accettato la loro offerta e sono partito per questa incredibile avventura. Sono entrato come ventesimo dipendente, con la responsabilità del marketing e del supporto clienti, e nel giro di quattro anni siamo diventati oltre 200 dipendenti e il mio team è passato da quattro persone alle 50 attuali. L’azienda ha incrementato il patrimonio gestito da 30 milioni di dollari americani a oltre un miliardo in 4 anni. In questa società ho visto da vicino il mondo della gestione patrimoniale e scoperto dinamiche molto diverse dalla mia precedente esperienza imprenditoriale. Purtroppo, la politica monetaria e l’incertezza geopolitica del 2022 hanno penalizzato fortemente chi si occupa di investimenti e dunque l’azienda ha dovuto ridurre molto il personale per far fronte a questo difficile momento storico».

Il futuro per Filippo prospetta un nuovo cambiamento

«Visto il periodo ho pensato con mia moglie che, dopo quasi 5 anni, era arrivato il momento di tornare, con nostro figlio Edoardo (nato qui a Singapore perché quando siamo partiti mia moglie era incinta) e il nostro gattino Sofia, in Italia, anche per stare più vicino ai nostri affetti.

E nel 2023 rientreremo nella Bergamasca e io inizierò una nuova avventura lavorativa tra Milano e Londra». A Singapore Filippo e la sua famiglia hanno sempre avuto una vita molto internazionale. «Facciamo una vita fantastica e abbiamo molti amici che provengono da ogni parte del mondo ma non voglio fare confronti con l’Italia. Sono due realtà completamente diverse, l’Italia è sempre casa ed è molto apprezzata qui a Singapore, un brand iconico a partire dalla forma a stivale. Singapore è una città stato fortemente meritocratica. Il governo, per esempio, finanzia gli studi internazionali dei migliori studenti per poi introdurli in importanti posizioni governative.

Il rispetto delle regole è assoluto, c’è addirittura la pena di morte per traffico di droga e la criminalità è quasi assente. È un Paese creato a tavolino nel 1963 da uno dei più importanti e sconosciuti imprenditori mai esistiti, Lee Kuan Yew. Uno degli hub internazionali della finanza dove fare impresa è semplice e la corruzione è inesistente, una specie di Zurigo asiatica. Dal punto di vista culturale è un esperimento sociale ben riuscito, perché la gente si fida del governo. Ci sono tante culture e razze che vivono in armonia e nel rispetto reciproco». L’Italia, però, «ci manca sempre. Ritengo sia uno dei Paesi più belli del mondo dove vivere. Gli affetti e il cibo mancano enormemente e il Covid-19 ha reso la vita degli espatriati complessa perché l’Asia, anche sulla scorta dell’esperienza Sars, ha veramente paura di questo tipo di malattie. Basti pensare che ancora oggi a Singapore molti usano la mascherina anche se non è più obbligatoria».

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