«Da Amman a Dubai:
il virus non cancella
il mio sogno»

Ci sono viaggi che sono vere e proprie storie d’amore, che iniziano con l’adrenalina delle grandi aspettative e finiscono solo perché si torna a casa in carne e ossa, ma con la mente mai. Ci sono viaggi che sono piuttosto esperienze di vita, il cui profumo ti rimane addosso per sempre e non ti molla almeno fino alla prossima partenza. Alice Todeschini, 24 anni, di Curno, è in quella fase lì, di mezzo, sospesa tra l’Erasmus universitario in Giordania appena concluso e un futuro a Dubai messo in pausa dall’emergenza Coronavirus. Il comun denominatore è l’amore per la lingua, la cultura e in generale tutto ciò che riguarda i Paesi Arabi.

«Non so dire di preciso che cosa mi leghi così profondamente all’arabo: forse la razionalità delle regole della sua grammatica o la bellezza del suo alfabeto e delle sue molteplici varianti grafiche o ancora la ricchezza del suo vocabolario – rivela Alice –. Parte del merito va sicuramente al mio professore di arabo del liceo Falcone di Bergamo, che ho frequentato prima di iscrivermi al corso di laurea triennale in Mediazione linguistica e culturale all’Università degli Studi di Milano e poi alla magistrale in Lingue per la Cooperazione internazionale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia». Da una scelta quasi ingenua fatta appena uscita dalla scuola media a un vero e proprio futuro all’insegna della cultura araba, prima solamente «assaggiata» sui libri e poi sul posto.

«All’inizio del secondo anno di laurea magistrale sono partita per la mia seconda esperienza Erasmus+Icm (International credit mobility), dopo la prima passata in Belgio durante la triennale. Stavolta la destinazione era perfetta per i miei studi: la Giordania – specifica la bergamasca –. Così ho lasciato casa a inizio settembre 2019 per passare cinque mesi nella capitale Amman con l’obiettivo di affinare la lingua e approfondire la conoscenza delle economie del Medio Oriente». Fare le valigie e andare via per un po’ sembra essere l’unico metodo efficace per raggiungere quel livello di scioltezza colloquiale che Alice desiderava da tempo e che le ha permesso di mettere da parte paure e timidezza.

«Una volta atterrata, sola e in una città così diversa da quelle a cui siamo abituati, avrei voluto rimettermi in viaggio per tornare dalla mia famiglia: la burocrazia giordana qualche bastone tra le ruote me lo aveva messo e, sebbene non fosse la prima esperienza lontana da casa, stavolta la pressione che sentivo era maggiore – racconta Alice –. Ora posso dire con certezza che rimanere è stata la scelta più azzeccata della mia vita: giorno dopo giorno mi sono persa nella scoperta di parole nuove, persone interessanti, cibi squisiti, marciapiedi sconquassati e luoghi unici». Ad Ammam Alice ha frequentato un corso intensivo di lingua araba presso il Centro di Lingue dell’Università della Giordania, la più antica e prestigiosa del Paese, accompagnata da Miran, la «buddy» giordana di origini palestinesi che la aiutava a destreggiarsi tra paesini da visitare, pratiche da risolvere e specialità culinarie da assaggiare.

«Una cosa che ricordo con molto affetto è la naturalezza con cui Miran e altri amici del posto mi insegnavano il dialetto levantino davanti a un bel piatto di falafel e hummus: io ovviamente ricambiavo col bergamasco – sorride Alice –. Poi insieme abbiamo organizzato tantissime gite fuori porta, vista la grande quantità di attrazioni naturali e siti storici offerti dalla Giordania: dai percorsi nel verde nel governatorato di Ajloun alle rovine romane di Jerash e Amman, passando per la famosissima Petra e le acque calde del Mar Morto. L’elenco è davvero infinito e sono felice di aver visitato parte di questi luoghi stupendi anche con la mia famiglia, il mio ragazzo e un’amica che sono venuti a trovarmi».

La Giordania è un paese estremamente ospitale con gli stranieri e Alice si è sempre sentita al sicuro, nonostante la nostalgia ogni tanto si facesse sentire. «In alcuni momenti casa mi è mancata parecchio: il pranzo con le nonne la domenica, il Natale in famiglia, i miei amici… Ma ero così felice di stare ad Amman che poi passava tutto – sottolinea la bergamasca –. Ho deciso di non tornare a Bergamo per le vacanze natalizie proprio perché volevo godermi al massimo quell’esperienza bellissima e visitare quel mondo tanto diverso dal nostro il più possibile. Sono riuscita anche ad andare a Gerusalemme, così vicina ad Amman ma così difficile da raggiungere per via dei controlli imposti da Israele». Una delle comodità che certamente è mancata ad Alice è il riscaldamento nei mesi invernali: i caloriferi sono un lusso per ricchi, il resto si arrangia con stufe a gas e ha a che fare con una media di 10 gradi in casa. Ma come ama ripetere la studentessa bergamasca «per la Giordania questo e altro».

Come tutte le cose belle anche l’Erasmus doveva finire, ma Alice aveva già piani per ripartire presto. «Sarei dovuta rimanere a casa solo un paio di mesetti: a fine marzo mi aspettavano Dubai e un tirocinio di tre mesi presso un importante ente che si occupa di sviluppo dei rapporti commerciali fra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti – rivela la bergamasca –. Purtroppo però il coronavirus e l’emergenza sanitaria mondiale hanno annullato i miei piani e rimescolato le carte: in questi mesi mi sono buttata a capofitto nella stesura della tesi, che avrei dato più avanti. Intanto cerco lavoro in Italia, sperando di poter concretizzare al più presto i miei progetti a Dubai». Chissà che proprio Expo 2021 riporti quelle opportunità messe in stand by un po’ ovunque in questi mesi e permetta a giovani pieni di sogni come Alice di tornare a fare esperienze anche lontano da casa.

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