Da Gorlago
a Fuerteventura
con un bistrot vegano

Se passate per El Cotillo, un piccolo paesino di pescatori nell’estremo nord-ovest dell’isola di Fuerteventura, sentirete sicuramente parlare de «las chicas happy». Gestiscono un locale a conduzione familiare, di quelli con l’insegna color del mare, scritta a mano con la cura di chi al futuro non ci pensa troppo, ma preferisce rendere meraviglioso il presente. Leggi «Happy Cactus» e traduci Alice e Monica Agoni, le due sorelle bergamasche di 34 e 38 anni che hanno lasciato le colline di Gorlago per realizzare sogni su un’isola vulcanica bagnata dall’oceano.

«Ho sempre avuto un rapporto altalenante con la mia città, tant’è che sin da giovanissima ho cominciato a collezionare esperienze all’estero – esordisce Alice, che si definisce la stravagante tra le due -. Dopo il liceo ho lavorato per lo più nel settore turismo e intrattenimento, ho coltivato il mio amore spassionato per le lingue e mi sono laureata in Filosofia a Firenze. Il dopo è stato un susseguirsi di scelte spesso lontane da casa, dai Caraibi venezuelani, dove ho conosciuto mio marito Jesus, alle Canarie, sempre con la stessa passione per la cucina, l’accoglienza e per un qualcosa da costruire che parlasse di me, di noi».

Il bar aperto a Los Roques, seguito da un piccolo b&b, è stata la «palestra» per quello che è arrivato poi, a Fuerteventura, dopo una pausa di quattro anni a Gorlago. «A Bergamo Jesus, chef professionista, ha allargato le sue conoscenze facendo esperienza in alcuni ristoranti della provincia - specifica Alice -. Con l’arrivo del nostro secondogenito abbiamo iniziato a pensare al luogo in cui stabilirci, dove i nostri figli potessero vivere vicino al mare che tanto ci mancava e dove avremmo potuto metterci in gioco di nuovo: e Canarie furono».

Da aprile 2017 Alice e Jesus vivono nell’estremo Nordovest di Fuerteventura, nel piccolo paesino che li ha rapiti con la sua pace e i suoi colori, via di mezzo tra l’isola deserta dei Caraibi e le inevitabili esigenze di una famiglia. «Mi hanno sempre detto che non riuscivo a stare ferma e in effetti non è passato molto tempo dal nostro arrivo a El Cotillo quando abbiamo deciso di aprire quella che, con l’arrivo di mia sorella Monica, è diventata l’attività di famiglia – spiega Alice -. “Happy Cactus” nasce a giugno 2017 ed entra in piena attività a inizio 2018 grazie a un lavoro di squadra che rispecchia perfettamente il nostro essere: sempre uniti, perseveranti e pieni di voglia di fare, da buoni bergamaschi». Nato come take away, dopo aver ricevuto dal governo delle Canarie la certificazione come esercizio commerciale 100% biologico, “Happy Cactus” è diventato un locale grande e accogliente dove gli ospiti possono rilassarsi in terrazza a due passi dal mare, degustando piatti vegani, a km 0 e biologici. «Ho raggiunto mia sorella a gennaio 2018, stravolgendo la mia vita a 38 anni suonati e lasciando un lavoro certo e amato nella squadra di VisitBergamo, mia casa e famiglia per 12 lunghi anni – afferma Monica -. Quando Alice e la sua famiglia se ne sono andati da Gorlago si sono portati via un pezzo del mio cuore… Senza di loro era tutto troppo silenzioso! Complice un periodo in cui avevo bisogno di risposte, di nuovi stimoli e paradossalmente di uscire dalla zona comfort che mi ero costruita attorno, ho deciso di partire. Prima per soli due mesi e mezzo, poi per restare e per gestire insieme ad Alice e Jesus il nostro “Happy Cactus”».

Quel che piace ai clienti è proprio l’aspetto familiare del locale, quel sentirsi a casa fatto di sorrisi, estrema cura per il dettaglio e proposte sempre nuove che nascono dalla creatività dello chef e di chi gravita attorno a lui. «Non abbiamo un menù fisso, ogni giorno cambiamo in base ai prodotti che la natura delle isole ci regala – specifica Monica -. La nostra fortuna nell’essere persone così diverse tra noi ci dà la possibilità di esprimerci in ruoli differenti e in tutti i ruoli!». Alice e Jesus gestiscono principalmente la cucina, dove possono dare libero sfogo alla loro fantasia, mentre Monica si occupa dell’accoglienza degli ospiti, del servizio e della parte amministrativa. Viene data grande rilevanza anche all’aspetto «social», curato da Alice, sempre sul pezzo sia in Instagram che in Facebook. E poi ci sono tre piccoli “supporter”: Damian (7 anni), Elias (4 anni) e la piccola Luna (9 mesi), i figli di Alice e Jesus e i primi a essersi perfettamente inseriti nel contesto.

«”Happy Cactus” si riassume in poche parole: no planet B! Tutto qui parla di rispetto per il pianeta, dall’abolizione della plastica monouso all’utilizzo di prodotti a km 0 – affermano convinte le sorelle -. Il nostro famoso succo ad esempio è consegnato in vasi di vetro affinché vengano riportati dai clienti per non interrompere la catena del riciclo. La cannuccia che utilizziamo si chiama canù ed è di pasta biologica senza glutine, una specie di bucatino zero waste». “Happy Cactus” è impegnato anche sul fronte sociale, avendo sposato in toto un progetto che guarda molto da vicino Bergamo, ovvero il Laboratorio Tantemani legato al Patronato San Vincenzo. «Il progetto nasce dalle donne per le donne in situazione di particolare fragilità, con difficoltà familiari, psicologiche, lavorative, sociali e culturali – accenna Monica -. Attraverso l’apprendimento di tecniche tradizionali finalizzate alla realizzazione di prodotti di sartoria, maglieria e cartotecnica si attiva un percorso di scoperta e rivalutazione di se stesse, favorendo il re-inserimento professionale». Il simbolo scelto dalla cooperativa sociale è proprio il cactus, che trattiene tutto per sopravvivere anche in situazioni di forte disagio, riuscendo sempre a farcela senza mai mollare. «Le spine servono solo per proteggersi, non per ferire: questo è il mantra che con orgoglio raccontiamo e sosteniamo da qui – specifica Alice -. La vita è una scommessa e a chiunque può capitare di inciampare: sapere che possiamo esserci l’uno per l’altro, nel nostro piccolo, ci dà speranza».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

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