Da Gorle a Barcellona, Andrea lavora nel settore healthcare. «E anche da qui tifiamo Atalanta»

La storia. Andrea Sileo, 38 anni, si è trasferito in Spagna sette anni fa e vive nella città catalana con la moglie, docente universitaria, e due figlie. Nonostante la lontananza, con un gruppo di amici bergamaschi continua a seguire la squadra del cuore.

Il trasferimento a Barcellona, per inseguire l’amore, e proprio lì ha costruito la sua famiglia e il suo futuro. Andrea Sileo, 38enne di Gorle, sette anni fa ha lasciato Bergamo per andare a vivere in Spagna insieme alla fidanzata (oggi moglie), originaria della Grecia. La famiglia si è poi allargata: nel 2016 e 2018 sono nate le loro figlie.

Un matrimonio e due bimbe

«Dopo aver finito l’università a Pavia nel 2009 – racconta –, e un master in Bocconi nel 2010 in Healthcare Management, ho iniziato a lavorare a Bergamo per un gruppo ospedaliero privato. A Bergamo stavo bene, mi dividevo fra lavoro e il rugby, sport che ho praticato molti anni sia a casa che a Pavia. Poi, nel 2015, nella misura in cui si stava consolidando una relazione sentimentale con una ragazza greca che viveva a Madrid (attualmente mia moglie), decidemmo di trovare un posto “in comune” per poter costruire un futuro insieme».

Healthcare manager

«Lei ebbe una buona opportunità lavorativa a Barcellona, così ci trasferimmo lì, e io iniziai a lavorare per una società di consulenza che fa “executive search”, specializzandomi nel settore healthcare/farmaceutico. Le cose hanno funzionato bene, e la famiglia si è allargata con l’arrivo delle nostre bimbe: stanno crescendo qui, con un po’ di confusione linguistica tra il mio italiano, il greco della madre, il catalano insegnato a scuola e lo spagnolo che parliamo io e mia moglie. Insomma, non si annoiano sicuramente (ride, ndr)».

Barcellona, casa del mondo

«Quando siamo arrivati non avevamo la certezza che ci saremmo fermati molto, ma l’idea non era nemmeno di stare poco, per fare una piccola esperienza. Poi le cose sono andate bene e ora, quantomeno nel breve termine, non credo proprio ci muoveremo. Lei fa la professoressa universitaria: entrambi siamo professionalmente soddisfatti, quindi per il momento senza dubbio staremo qui. Attualmente crediamo ci siano tutte le condizioni per crescere le nostre figlie a Barcellona, e coltivare anche il nostro futuro lavorativo».

La passione nerazzurra

Nonostante la lontananza, il 38enne non si è scordato della sua fede calcistica. Sciarpa nerazzurra alla mano, tifa la «Dea» con un gruppo di amici bergamaschi anche dalla terra iberica. «Una cosa ho voluto portare con me – prosegue –: la passione per l’Atalanta, la mia squadra di calcio del cuore. Insieme ad alcuni amici orobici di Barcellona, abbiamo anche dato vita a un gruppo di tifosi, “Penya Atalantina de Barcelona”. Ci troviamo spesso per vedere le partite, a volte proprio nel bar di un bergamasco a Barcellona, e abbiamo fatto anche qualche trasferta in giro per l’Europa. Le radici e certe passioni non si dimenticano».

Sul lavoro meno parole e più fatti

«Rispetto a casa, qualche differenza ovviamente si nota: la maggior parte credo siano più dovute alle differenze fra una piccola città (Bergamo) e una grande, una metropoli come Barcellona. Per questo ovviamente si nota un divario riguardo la multiculturalità, la mentalità più aperta e meno “provinciale”, e in generale un tessuto sociale un po’ più “frizzante” e attivo. Cose che, invece, ho trovato diverse rispetto all’Italia in senso lato, direi riguardano le dinamiche di collaborazione al lavoro molto più dirette ed “informali”, ma sotto certi aspetti anche più professionali (meno forma e più sostanza). Rispetto al cibo invece, qualche differenza c’è, ma si tratta sempre di una cucina mediterranea, e non si può certo avere nostalgia di casa: l’offerta di prodotti italiani a Barcellona è altissima, vista anche la presenza di una folta comunità proveniente dal “Bel Paese” in città. Non manca mai infatti un buon piatto di pasta. E quando si rientra a Bergamo, c’è sempre spazio per casoncelli e polenta, anche se qualcosa si può trovare anche qui».

Tra montagna e mare

Barcellona, una città sostenibile e tollerante, a due passi da mare e montagna. «Amo molto che tutto sia a portata di mano, la mobilità sostenibile sia molto sviluppata, con piste ciclabili ovunque e un sistema di trasporto pubblico efficiente, oltre che si respiri un senso comune di apertura e tolleranza verso le persone. Inoltre, la posizione a livello geografico è molto strategica: mare attaccato, montagne non lontano e un’ora di volo (o dieci di macchina) da casa. Nel tempo libero, spesso andiamo al mare o nelle aree montuose vicine. Ma anche se si resta in città ci sono diverse attività da fare, adatte a ogni fascia d’età: fuori dalle zone più turistiche, Barcellona ha infatti un tessuto sociale molto vivo nei suoi quartieri, e ricorrono frequentemente feste di strada ed eventi vari che rendono la città molto interessante e vivibile. Il clima e la cultura locale, ovviamente aiutano, perché invogliano molto le persone a uscire e godere della vita all’aperto. Gli spagnoli amano trascorrere gran parte del proprio tempo libero all’aperto: non ci si annoia mai infatti tra le strade di Barcellona, ed è normale incontrare gente anche fino a tarda notte».

Barcellona sconosciuta

«La situazione Covid è stata abbastanza simile all’Italia: lockdown ferreo durante la primavera 2020, soprattutto nei mesi di marzo e aprile, e poi lentamente c’è stata una graduale ripresa sino a ora, dove la situazione è rientrata alla normalità e non è più in vigore alcun tipo di restrizione». Oltre alle classiche attrazioni, la città offre anche angoli poco conosciuti, ma ricchi di fascino. «Ormai la città la conosco abbastanza bene – conclude il gorlese –, e oltre alle classiche mete, come l’iconica Sagrada Familia, le case di Antoni Gaudì, i quartieri della città vecchia e le spiagge (super gettonate dai turisti), c’è molto altro da vedere. Per chi vuole scoprire dei luoghi meno conosciuti ma ricchi di fascino consiglio assolutamente un bel giro in bici o a piedi lungo la “Carretera de les Aigues”, sentiero tra le colline della città, che offre un panorama mozzafiato, oltre a una passeggiata tra le vie pedonali del grazioso quartiere di Gràcia. Barcellona è una città visitata da turisti di tutto il mondo e piacevole da vivere ma pochi la conoscono davvero».

Bergamo senza confini

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