Da Osio Gianluca
pizzaiolo giramondo

Gianluca Maffeis ha 28 anni, è originario di Osio Sotto, e da 2 anni e mezzo sta facendo il giro del mondo, in solitaria, senza usare aerei. A oggi, in più di 900 giorni di viaggio, ha toccato 35 stati, divisi in 4 continenti, ma prima di tornare a casa, verosimilmente tra un anno e mezzo, crede che ne avrà totalizzati 60 o addirittura 65, riuscendo, così, a raggiungere uno degli obiettivi che si è posto prima di partire, toccare tutti i continenti prima del rientro in provincia di Bergamo. «Mi sono sempre sentito un cittadino del mondo – racconta Gianluca –, per questo anche mentre ero uno studente o negli anni in cui ho lavorato viaggiavo spesso, almeno una volta al mese». Gianluca, dopo essersi diplomato all’istituto professionale alberghiero di San Pellegrino Terme, nel 2009, ha iniziato subito a lavorare.

«Due giorni dopo aver preso il diploma – spiega – sono stato assunto da “La Bergamasca”, una pizzeria, che fa anche da ristorante, di Osio Sotto. Avevo svolto lo stage da loro e mi hanno subito offerto un contratto, che ovviamente ho accettato». Prima in sala, poi al bar, per poi diventare pizzaiolo. «Tra stage vari e anni di lavoro come dipendente, in totale ho lavorato per loro una decina d’anni e mi sono sempre trovato benissimo, anche perché mi trattavano davvero bene. Lavoravo molto, mi impegnavo e poi una volta al mese riuscivo a ritagliarmi qualche giorno per viaggiare in Europa». Viaggi brevi e low cost che gli hanno fatto capire quale fosse la cosa che più desiderava fare, viaggiare, e che lo hanno formato per l’«Operazione giro del mondo», così definisce il suo viaggio Gianluca.

«A 25 anni ho deciso di licenziarmi – continua –, lasciare un lavoro a tempo indeterminato, per seguire ciò che mi rende davvero felice: viaggiare. È un’idea che avevo da tanto tempo, nata in me già al ritorno da uno dei miei primi viaggi europei, a Liverpool. A ogni viaggio il desiderio di partire per questa avventura cresceva sempre di più, così come aumentava ogni volta la sete di sapere e di conoscere l’altro, delle culture, delle terre lontane. Volevo, e voglio, essere parte di questo mondo, non solo vederlo con occhi di altri o sentirlo tramite racconti. Così ho iniziato a risparmiare ogni mese in modo da avere un budget per poter sostenere economicamente il mio viaggio e dopo più di 10 anni di lavoro avevo messo ormai da parte 35 mila euro e in base alle mie stime, date dalle esperienze fatte in giro per l’Europa, visto che, mediamente, mi sarebbero serviti sui 35 euro al giorno, a febbraio 2016 ho lasciato il lavoro».

Partito il 18 marzo 2016

Il 18 marzo 2016, dopo aver salutato amici e parenti e aver sistemato le pratiche burocratiche, Gianluca ha dato ufficialmente il via al suo viaggio. «Sono partito con l’idea di cercare di toccare tutti i continenti – specifica – e di farlo nel modo più low cost possibile, immergendomi più che posso tra la natura e le persone del posto, rispettando le loro tradizioni. Amo conoscere gli usi e i costumi di altri popoli, osservarli durante le loro mansioni quotidiane, mangiare i loro piatti tradizionali, usare mezzi di trasporto locali belli o brutti che siano. Un sacco di cose insomma». Prima tappa Santiago di Compostela. «Da sempre – continua – volevo fare il cammino di Santiago, quindi ho deciso di partire proprio da lì, per poi spostarmi in Portogallo, dove ho puntato il punto più a sud ovest dell’Europa. Dopodiché mi sono diretto verso il punto più a nord dell’Europa: Capo Nord. Volevo arrivare entro fine luglio per vedere il sole di mezzanotte e ci sono riuscito. Ho usato tutti i mezzi di trasporto possibili e ho viaggiato a ogni ora del giorno e della notte nelle situazioni più incredibili, ma ce l’ho fatta. Vedere per due giorni di fila il sole di mezzanotte è stato davvero pazzesco».

Passando per la Lapponia le repubbliche baltiche e la Russia è poi giunto in Mongolia. «Ero arrivato ufficialmente in Asia – racconta ancora –. Sono stato un mese in Mongolia e ne sono rimasto sorpreso in un modo incredibile. La natura, le strade deserte, le dune di sabbia. Le famiglie di nomadi che ti accolgono come se ti conoscessero da tempo. Tutto incredibile e bellissimo. Poi sono andato in Cina, Tibet e Nepal, uno stato piccolissimo che mi ha stregato, però, per 3 mesi e dove ho fatto trekking sull’Everest e sull’Himalaya. Il 25 dicembre del 2016 entravo in India: un paese meraviglioso e terribile al tempo stesso. Lì ho visto lusso sfrenato e la povertà più povera». Poi ancora Thailandia, Cambogia, Vietnam, Laos, Malesia e Singapore.

«Da Singapore – continua – mi sono imbarcato su una nave cargo mercantile e, dopo 9 giorni di mare, sono arrivato in Australia. Appena sbarcato ho comprato un motorino e ho iniziato un viaggio coast to coast. Purtroppo il motorino a un certo punto, ad Adelaide, mi ha abbandonato e ho continuato coi mezzi pubblici fino a Sidney, dove ho preso un’altra nave cargo e in tre settimane sono arrivato in America, negli Stati Uniti, in California». Giunto negli Usa Gianluca ha noleggiato un’auto e ha iniziato a visitare i parchi nazionali. «Me li sono visti praticamente tutti – spiega –, dormivo in auto pur di godermeli. E poi sono andato in Alaska. Era novembre ed era il momento perfetto per vedere l’aurora boreale lì. Ci sono stato per 5 giorni e per due volte ho visto l’aurora boreale, una delle quali è stata così immensa che è durata per 4 ore. È stato uno dei momenti più alti ed emozionanti di questo giro del mondo e mi sono anche commosso». Dall’Alaska è sceso in Canada ed è tornato negli Stati Uniti d’America. «Ho girato tutta l’America – continua Gianluca –, ho vissuto anche un mese a New York, e poi ho percorso tutta la Route 66, da Chicago a Los Angeles. È stata un’esperienza d’altri tempi, un viaggio nell’America vera, operaia, dove c’è Storia». Attualmente è in Messico, dove si trova da 6 mesi, e tra qualche settimana andrà in Belize. «Subito dopo – precisa – mi trasferirò in Guatemala per poi scendere facendo tutti gli stati del centro America e terminare a Panama. Ovviamente, poi, seguirà quasi tutto il giro del Sudamerica. L’idea è quella di arrivare nel 2019 in Patagonia, in Argentina, per poi giungere al punto più a sud della terra del fuoco, dove sotto c’è solo l’Antartide. E poi non lo so. Il sogno sarebbe quello di andare nel sud dell’Africa, ma non esistono navi cargo che ti portano lì, quindi vedrò cosa fare».

L’«Operazione giro del mondo» non ha una data di scadenza, quindi Gianluca non sa quando tornerà a Osio Sotto, forse in tutto gli ci vorranno 4 anni per terminare ciò che ha in mente. Un’esperienza che si sente di consigliare a tutti. Intanto racconta la sua avventura sulla pagina Facebook Operazione giro del mondo. «Chi, come me, ha questo desiderio così forte di viaggiare – conclude – non deve aver paura e deve partire».

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