Tra Los Angeles e Tulum
Alexandra cittadina del mondo

Bergamasca, venezuelana e cittadina del mondo. Incasellare Alexandra Possenti non è facile. A soli 29 anni ha vissuto in 10 città e sei Paesi differenti, ha tanta voglia di mettersi in gioco, idee fresche e uno spirito libero. «Sebbene io sia nata a Caracas, in Venezuela – racconta –, dove i miei nonni paterni - bergamaschi - erano scappati durante la seconda guerra mondiale e dove mio padre ha poi conosciuto mia madre prima di tornare in Italia nel 2000 e gestire l’azienda agricola di famiglia a Lurano, ho frequentato le elementari alla scuola Ghisleni Donadoni di Città Alta e parte delle scuole medie al Collegio arcivescovile Sant’Alessandro.

Dopo le scuole bergamasche mi sono trasferita in Irlanda per finire il liceo e quindi in Svizzera dove ho frequentato la prestigiosa università alberghiera «Le Roches», tra le tre migliori del mondo. Con 2.000 studenti di oltre 70 nazionalità diverse ho avuto l’opportunità di aprirmi a punti di vista, culture e religioni completamente diverse dalla mia e questo mi ha aiutato tantissimo nel mio percorso di vita».

Una vita in viaggio, quella di Alexandra, che ha preso il largo fin dagli studi, quindi, e che ha saputo trasformare ogni cambiamento in occasione da cogliere. «All’inizio, quando ero piccola, cambiare continuamente voleva dire nuova scuola, nuove amiche e dover ricominciare tutto dall’inizio. Ma ora, invece, dico grazie a queste esperienze, che mi hanno insegnato a connettermi con gli altri più velocemente e mi hanno permesso di avere contatti in tutto il mondo. La scelta di iscrivermi all’alberghiera «Le Roches», nel 2009, è stata il frutto di tutte le mie esperienze precedenti. Sapevo già tre lingue e amavo spostarmi, quindi mi è sembrata la strada giusta per la mia vita. Il corso universitario prevedeva tre anni divisi in sei mesi di studi e quattro di esperienza presso strutture alberghiere nel mondo: il primo anno sono stata assistente al ristorante dell’Hotel Little Nell di Aspen, in Colorado; l’anno dopo mi sono ritrovata allo Sheraton di Shanghai; e il terzo, per un anno intero, assistente agli eventi del Soho House Club di Miami, in Florida, un’esperienza che mi ha cambiato la vita».

Alexandra, poi, nel 2013, si è trasferita a Chicago per ottenere un Bachelor’s Degree con la specializzazione in Event Management and Sustainability al Kendall College. «Sapendo che Soho House avrebbe di lì a poco aperto anche a Chicago, mi sono offerta per continuare nell’organizzazione dei loro eventi e mi hanno assunta, sponsorizzandomi anche per restare negli Stati Uniti. Avevo 23 anni e il mio sogno, però, era sempre stato quello di fare un’esperienza lavorativa a Los Angeles e alla fine ci sono riuscita, sempre con Soho, incaricandomi degli eventi e delle feste del club più prestigioso del mondo al Beach House di Malibu. Organizzavo feste e ho scoperto come connettermi con i brand e gli artisti. È stato davvero un lavoro bellissimo e che mi ha insegnato molto».

Nel 2018, però, Alexandra decide di cambiare ancora. «Esaurita la mia esperienza con Soho, cercavo qualche cosa di diverso in un posto dove ci fosse il mare, che adoro. E così sono partita per Tulum, in Messico, dove mi sono occupata dell’organizzazione degli eventi e dell’apertura della galleria d’arte (un vero e proprio museo realizzato in mezzo alla giungla) dell’hotel Azulik. Una struttura unica: una galleria d’arte tra la foresta e il mare, adibita a hotel. L’arte mi ha sempre appassionata e, infatti, sono ormai due anni che lavoro anche come Director of Culture Affairs all’Art Basel di Miami». A Tulum, Alexandra ha anche iniziato la propria vita imprenditoriale. «Mentre lavoravo per l’hotel Azulik ho deciso, prima di lanciare una linea di abbigliamento casual con il nome di una tribù indigena del sud del Venezuela “Yanomami”, i cui capi si vendono oggi in selezionate boutique di Tulum, Miami e Los Angeles, e poi di mettere a frutto la mia esperienza nell’organizzazione di eventi e così ho cominciato con piccole feste a Los Angeles, per poi fondare insieme a un paio di amici “Al Tun Tun”, che è diventato il brand di successo delle migliori feste della città, alle quali partecipano spesso i grandi nomi del cinema e dello spettacolo come Chris Brown, J Balvin e Kyle Jenner».

Il coronavirus ha, ora, per forza di cose, fermato la cavalcata di Alexandra. «Prima del lockdown stavamo lavorando davvero tanto. Ora, invece, facciamo feste virtuali. Ad esempio stiamo realizzando delle scatole con il kit per fare una festa in casa che poi mandiamo alle persone. Stiamo cercando di adattarci in questo nuovo mondo che stiamo vivendo adesso, in attesa di riprendere le feste vere e proprie l’anno prossimo speriamo. A marzo, appena scoppiato il caos Covid-19, ho dovuto chiudere anche il ristorante, di concetto vegano, di cui sono socia a Tulum. La crisi causata dal coronavirus mi ha poi riportato temporaneamente a Bergamo, dove ho contribuito alla ristrutturazione conservativa della vecchia cascina di famiglia a Lurano e all’apertura del ristorante estivo “Mare Chiaro In Cascina”, dove facciamo cucina campana in una tradizionale cascina bergamasca. Era un vecchio progetto di mio padre e sono contenta di averlo aiutato a realizzarlo, e devo dire che sta anche funzionando molto bene».

Nonostante la pandemia, però, Alexandra non ha nessuna intenzione di fermarsi. Ha ancora tanta voglia di mettersi in gioco, idee fresche e uno spirito libero e oggi, più che mai, è cosciente delle proprie possibilità e capacità. «Ho fatto tanto e realizzato tanto, ma non è stato facile. Ho avuto momenti di sconforto e momenti in cui ho abbassato la testa e ho pensato solo a lavorare. Ma tutti gli sforzi e i sacrifici fatti, anche stare lontano per tanto tempo dalla mia famiglia, hanno dato i loro frutti e oggi posso dire di avere raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissata. Spero di poter presto tornare a viaggiare tra Tulum, Los Angeles e l’Italia. E, anche se non so dove mi porterà la mia strada, Bergamo e la sua cultura rimarranno sempre certamente nel mio cuore».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected] .

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