
Bergamo senza confini / Hinterland
Domenica 27 Aprile 2025
«Vivere il presente. In Costa Rica il motto della gente è Pura vida»
LA STORIA. Tommaso Ceschia, 17enne, un anno di studio all’estero. La vita locale e il volontariato con gli animali selvatici: «Ho capito che ogni cultura ha qualcosa da insegnarti».

Un anno in Costa Rica: il viaggio di formazione di Tommaso Ceschia. Ci sono storie che nascono in silenzio, in una stanza di Bergamo dove un ragazzo di 16 anni fissa una mappa del mondo, e ci sono storie che esplodono nella frenesia di un aeroporto, con il cuore che batte all’impazzata e un biglietto aereo stretto tra le dita. La storia di Tommaso Ceschia, nato a Bergamo il 27 dicembre 2007 e cresciuto a Curno, è una di queste. «Da sempre ho avuto il sogno di trascorrere il mio quarto anno delle superiori all’estero», racconta Tommaso con l’entusiasmo di chi ha trovato la chiave per aprire una porta sul mondo.
L’anno in Costa Rica
Dopo aver frequentato la Scuola San Giuseppe di Valbrembo si è poi iscritto all’Istituto Belotti di Bergamo, ha deciso di trasformare quel sogno in realtà. La sua occasione si è chiamata Intercultura Bergamo. «Dopo test, colloqui e selezioni, il 17 gennaio 2024 ho ricevuto la comunicazione ufficiale: avevo vinto un programma annuale in Costa Rica. Da luglio dell’anno scorso infatti vivo a San Isidro, a circa 25 minuti dalla capitale San Josè».

Intercultura Bergamo è un’associazione senza scopo di lucro che si occupa di programmi di scambio internazionale per studenti delle scuole superiori. «Fa parte di Afs Intercultural Programs, una delle più grandi reti educative al mondo dedicate alla promozione della mobilità studentesca e al dialogo interculturale. Il processo di selezione è rigoroso: prevede test attitudinali, colloqui e una valutazione complessiva delle competenze linguistiche e personali del candidato. L’obiettivo è quello di permettere ai giovani come me di immergersi in nuove culture, vivendo con famiglie ospitanti e frequentando scuole locali, per sviluppare autonomia, apertura mentale e una consapevolezza globale. È stato un percorso lungo e impegnativo riuscire ad eccedervi, ma ne è valsa assolutamente la pena» afferma Tommaso.
I timori prima di partire
L’emozione, in quel momento, è stata pura e cristallina. Ma avvicinandosi la data della partenza, poi, l’ansia ha iniziato a farsi sentire anche per Tommaso. «Ero impaziente, ma nei giorni prima di partire ho avuto momenti di “paura”: lasciare la mia famiglia, i miei amici, casa, i posti dove sono nato e cresciuto e tutto ciò che conoscevo, non era facile. Era la mia prima esperienza all’estero da solo e un po’ di preoccupazione è normale che ci sia».
Poi, il salto. L’aereo, il nuovo continente, una lingua diversa, una nuova casa da chiamare «casa» anche se non lo era ancora. Nei primi giorni, l’accoglienza della sua prima famiglia ospitante è stata calorosa. «Sono partito il 26 luglio 2024. Siamo stati al mare insieme e mi sono divertito moltissimo. Ho capito subito che sarebbe stato un anno speciale per me e che non mi sarei pentito della scelta fatta nonostante i dubbi e l’ansia pre-partenza». E poi la scuola, un universo parallelo rispetto a quello italiano.
La scuola e gli insegnanti
«Le lezioni iniziano alle 7 in punto qui e terminano alle 16.30», spiega Tommaso. Il suo indirizzo di studio, «Ejecutivo Comercial», si traduce in assistenza al cliente, «una disciplina che in Italia sarebbe impensabile per un liceale». Le materie di indirizzo durano due ore, quelle accademiche – storia, matematica, spagnolo – solo una invece. «Per le materie accademiche studiamo insieme a un’altra classe, il che rende tutto più dinamico». E non è l’unica differenza. «Il rapporto con gli insegnanti qui è molto più informale. In Italia, i professori sono visti come vere e proprie autorità intoccabili, qui invece capita che gli studenti escano a mangiare con loro nel weekend, o chiedano consigli su come vestirsi per andare a una festa». Un mondo capovolto, quindi, quello in cui Tommaso si è trasferito, dove le uniformi sono obbligatorie e il pranzo si consuma solo nella mensa scolastica.
«Ogni scuola ha la propria divisa. E non puoi mangiare da nessun’altra parte della scuola che non sia in mensa, è una regola precisa che bisogna rispettare». Il viaggio di Tommaso, però, non si è limitato a frequentare le aule e i corridoi della scuola. «Da dicembre a febbraio invece ci sono le vacanze estive nelle quali la scuola non dà compiti e dove puoi svagarti al 100% senza nessuna preoccupazione».
Aiuto agli animali selvatici
Nelle prime due settimane di dicembre infatti ha scelto di dedicarsi al volontariato in un centro per animali selvatici feriti o abbandonati che cerca di guarirli in modo poi da poterli rimettere in natura. «Dovevamo preparare i pasti, sistemare le gabbie, mantenere pulito il centro e scaricare le consegne di frutta e verdura. Un’esperienza indimenticabile che porterò nel cuore».
La connessione con la natura e la sensibilità per gli animali sono stati aspetti fondamentali di questa esperienza. «Ti fa sentire parte di qualcosa di grande». E poi, la scoperta del Costa Rica. «Da metà dicembre a inizio gennaio ho viaggiato in tutto il Paese con i miei amici. Ho vissuto esperienze incredibili, ho visto paesaggi che non avrei mai immaginato». Ogni angolo esplorato gli ha insegnato qualcosa di nuovo. Un’avventura continua, fatta di incontri con persone di ogni tipo.
Il sorriso dei costaricani
«I costaricani hanno un’ospitalità incredibile, ti accolgono sempre con un sorriso e una battuta pronta. Un elemento affascinante della cultura costaricana è il concetto di “Pura Vida”, una filosofia di vita che incarna spensieratezza, gratitudine e apprezzamento per il momento presente. È una mentalità che cambia il tuo approccio alla vita, qui tutti sembrano più rilassati, meno preoccupati dalle cose futili».

Adesso, con la scuola ripresa da un mese, si avvicina il periodo dei primi esami. «Gli esami si svolgono ogni tre mesi, in una settimana. A volte riguardano tutte le materie, altre solo quelle accademiche». Guardando indietro, all’esperienza estera vissuta fino a oggi, Tommaso non ha dubbi: «Consiglio a tutti di fare un’esperienza del genere. Ti cambia nel profondo, ti rende più indipendente e maturo. Ti apre a culture che non avresti mai pensato di incontrare».
«Ogni cultura insegna»
Ma oltre alla maturità e all’indipendenza, c’è qualcosa di ancora più grande che questo viaggio gli ha lasciato. «Ho imparato che il mondo è molto più vasto di quello che immaginavo. Che ogni cultura ha qualcosa da insegnarti, e l’adattabilità è una delle doti più preziose che possiamo avere». E così, mentre il sole del Costa Rica continua a splendere alto nel cielo, la storia di un ragazzo di Bergamo si intreccia con quella di un nuovo Paese, un nuovo modo di vivere, una nuova versione di se stesso. Forse più adulto, forse più consapevole. Sicuramente più ricco. E con una certezza in più: il viaggio non finisce mai davvero, perché una parte di Costa Rica lo accompagnerà sempre, ovunque andrà.
Bergamo senza confini
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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