«A Bergamo correva più che a Codogno»
Covid-19: ogni contagiato ne infettava 3

«I casi nel cluster bergamasco raddoppiavano in un periodo di tempo piuttosto breve, pari a poco più di tre giorni» rilevano i ricercatori.

Nell’équipe che ha messo a punto lo studio sulla diffusione precoce del Covid 19 c’è anche l’epidemiologo Marcello Tirani, già membro del dipartimento di Prevenzione di Ats Bergamo, oggi referente di Ats Pavia per il controllo delle malattie infettive. Ed è proprio Tirani a spiegare alcuni punti chiave dello studio.

I pazienti considerati nell’analisi chi sono?

«Sono tutti pazienti sottoposti a tampone».

Ma se in Italia si è iniziato a fare tamponi dal 20 febbraio in poi, come può il vostro studio includere malati di covid già a gennaio o nei giorni precedenti il 20 febbraio?

«Con un approccio basato sui sintomi. Esempio: a un paziente sottoposto a tampone il 21 febbraio si chiede quando ha iniziato ad accusare i primi sintomi: se la febbre è comparsa tre settimane prima, il nostro studio considera quel paziente positivo dal 1° febbraio».

Ed è così che si è capito che il virus circolava in Lombardia ben prima del paziente uno di Codogno?

«Esatto: con un lavoro di tracciamento che, oltre ai sintomi, tiene conto della storia del paziente, di contatti stretti, spostamenti. Un lavoro che viene fatto per qualsiasi epidemia. Anche gli altri Paesi contagiati stanno arrivando alla nostra conclusione: il virus era già presente».

Per Bergamo spicca il tasso di riproduzione del virus, pari a 2.9. Ce lo spiega?

«Significa che nell’ambito del cluster bergamasco ogni persona contagiata era in grado di infettare quasi tre persone. Le quali, a loro volta, ne potevano infettare altre tre, con una progressione del contagio di questo tipo. A Codogno il valore era leggermente inferiore: 2.5 persone, mentre a Cremona a 2.3. In generale, quello che si cerca di fare nelle epidemie è far scendere questo numero sotto l’1 in modo che la malattia non riesca più a trasmettersi. Questo valore alla data odierna è sceso».

C’è un altro dato che emerge dal vostro studio, ossia il tempo di raddoppio dei casi: a Bergamo lo avete calcolato in 3.1 giorni.

«Vuol dire che i casi nel cluster bergamasco raddoppiavano in un periodo di tempo piuttosto breve, pari a poco più di tre giorni. A Codogno servivano tre giorni e mezzo per raddoppiare, ovvero 3.5, mentre a Cremona 3.4».

Il vostro studio è servito solo alla comunità scientifica?

«No. Abbiamo lavorato per l’Unità di crisi di Regione Lombardia che ha basato ogni sua decisione tenendo conto delle nostre rilevazioni scientifiche».

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