Addio a Nicoletta Prandi, giornalista appassionata del mondo

IL LUTTO. È mancata l’8 ottobre. La collaborazione con «L’Eco di Bergamo» e non solo e l’amore per la fotografia.

È mancata l’8 ottobre Nicoletta Prandi, dopo lunghe sofferenze sopportate con dignità. Giornalista e fotografa, aveva una predisposizione particolare verso le lettere che scorreva in lei sin da ragazza e senza tregua. Frequentate le scuole magistrali, conseguì una Borsa di studio nazionale che le avrebbe consentito il proseguo degli studi universitari, ma le ristrettezze famigliari non lo consentirono.

La storia di Nicoletta Prandi

Ebbe comunque modo di seguire con profitto, qualche anno dopo, un corso biennale di Scienze del turismo all’Università Bocconi. In questo contesto operò per più di vent’anni nell’Azienda di Promozione turistica quale funzionaria degli Affari generali e in particolare nell’ambito della cultura, dell’arte, della musica. Nel 1998 accolse l’invito di entrare nella redazione locale de «Il Giorno», collaborando con «L’Eco di Bergamo» e alcune riviste nazionali.

In giro per il mondo

Viaggiatrice in mezzo mondo, venne notata dall’inviato speciale del «Corriere della Sera», Ettore Mo, con cui si stabilì una lunga amicizia, per alcuni reportage sull’India, sul Tibet e per alcuni studi sulla cultura berbera. Si stavano aprendo per lei forse nuovi traguardi, ma fece un passo indietro non facile: timore, emozione e soprattutto la famiglia contribuirono a trattenerla dal salto giornalistico. Intrecciò rapporti proficui con non pochi artisti offrendo la sua collaborazione critica e culturale, avvalendosi della frequentazione dello storico dell’arte Stefano Crespi e con l’autore di aforismi e racconti nonché editore Alberto Casiraghi. Da circa quindici anni un’altra vocazione le subentrò quasi imperiosa: la fotografia. Pur senza padroneggiare la tecnica, ma esprimendo appieno le sue ansie, il suo sentire, una sorta di pessimismo. Napoli (Castel Dall’Ovo), Arles, Roma, Reggio Emilia, Colorno (secondo premio), Gaeta, Bergamo, la videro riservata protagonista di numerosi eventi. Non poche le sue pubblicazioni, fra cui, «Certi silenzi» dedicata a Bergamo: «La verità è difficile da accettare, abbiamo timore dell’uso che ne faremo. Quando la luce riesce a farsi strada, un nuovo linguaggio palesa la realtà. L’esperienza del silenzio senza identità confonde, ma ci illumina».

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