«Addio Pepo, bussola degli escursionisti»
Tradito dal nubifragio, morto nel Brembo

Giuseppe Salvini, 74 anni, era uscito di casa lunedì mattina. Il corpo senza vita recuperato martedì, a 400 metri da casa. Colonna del Cai Alta Valle Brembana.

«Era il papà dei sentieri di montagna dell’alta Valle Brembana. Con lui se ne va un amico, un fratello, una colonna portante dei Cai, e non ci sono parole per esprimere il dolore che proviamo per la triste scomparsa di Pepo». Così Battista Stefanoni, presidente del Cai dell’Alta Valle Brembana in merito alla scomparsa di Giuseppe Salvini, 74 anni, di Mezzoldo.

L’uomo era uscito di casa lunedì mattina (8 giugno), dopodiché nessuno lo ha più visto, e in serata l’allarme, lanciato dal fratello per via del mancato rientro. I soccorsi sono stati attivati solo verso le 21, nel frattempo gli amici del Cai si erano già portati in zona a Mezzoldo e avevano cominciato a verificare i sentieri attorno a casa.

Il suo cappello sul greto

La base delle ricerche è stata allestita nel centro ricreativo di Mezzoldo, poco distante da casa Salvini, dove sono arrivati i tecnici del Soccorso alpino, i Vigili del fuoco di Zogno con il nucleo speleo alpino fluviale (Saf) di Bergamo e il nucleo droni (Sapr) del Piemonte, gli uomini della Protezione civile, i Carabinieri. «Le ricerche si sono subito concentrate sotto casa – spiega ancora Stefanoni – poiché ci siamo accorti che nella parte posteriore c’era una staccionata rotta, e più a valle, sotto di tre metri almeno, sul greto del fiume Brembo di Mezzoldo si trovava il cappello di Pepo». Le ricerche sono proseguite fino all’1.30 per poi riprendere martedì mattina, sia sui sentieri,sia nel fiume.

Nel pomeriggio di martedì il ritrovamento, reso possibile grazie alla diminuzione del livello dell’acqua del fiume, che ha permesso ai soccorritori di identificare il corpo di Salvini, trovato quindi a 400 metri da casa. La salma è stata recuperata dai Vigili del fuoco e ricomposta nella camera mortuaria del cimitero di Mezzoldo.

«Era il responsabile della commissione Sentieri – prosegue Stefanoni – per anni ha svolto il nobilissimo lavoro di cura e manutenzione dei sentieri delle nostre montagne, che non avevano segreti per lui, e che spesso svolgeva in solitaria, ma che da tre anni condivideva con un “bocia” a cui stava “insegnando il mestiere».

«Una perdita dolorosa»

«Si tratta di una perdita dolorosa che si aggiunge a quella, lo scorso anno, di un’altra colonna portante, Dino Rossi: insieme erano l’ossatura della nostra sezione Cai». «Ciao Pepo – lo salutano sulla pagina ufficiale di Facebook - . La tua opera è stata encomiabile e senza sosta nel corso dei decenni, centinaia di giorni spesi con barattolo e pennello sempre per le tue montagne, di cui conoscevi ogni angolo, e per gli escursionisti che frequentano e che continueranno a fruire della tua opera anche negli anni a venire. Ora custodisci i tuoi sentieri anche da lassù».

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