«Al nostro primo live 12 spettatori»
Quanta strada han fatto questi Pinguini

La storia del gruppo bergamasco che ha conquistato il terzo posto al Festival di Sanremo: il 29 febbraio saranno al Forum di Assago, ed è già sold out.

Ok lo Sziget nel 2017, la partecipazione al mitico Festival di Budapest ambito dalle più grandi pop-rock star mondiali; ok i sold out in giro per l’Italia ma il terzo posto al 70° Festival di Sanremo non se lo aspettavano nemmeno i bookmaker più temerari. E allora chapeau ai nostri Pinguini Tattici Nucleari.

Podio meritato, davvero, perché non capita tutti i giorni di passare dalla sala prove dell’oratorio di Nembro all’Ariston, e fare un salto a Pescara ospiti del Jova Beach Party. La bravura artistica conta, certo, ma è soprattutto il mix di freschezza, semplicità e (auto)ironia il segreto della band bergamasca che in pochi anni è diventata una delle realtà indie più irriverenti e richieste sulla scena italiana, scalando classifiche, web e ora anche Sanremo. I Ptn di Riccardo Zanotti (voce, compositore e autore di tutti i testi, classe 1994) e dei suoi compagni di avventura Elio Biffi, Nicola Buttafuoco, Matteo Locati, Simone Pagani e Lorenzo Pasini sono ormai una delle band più amate nel panorama under 30: oltre 245 mila follower su Instagram, 9 milioni di views su Youtube e 60 milioni di streaming su Spotify, con una fanbase particolarmente attiva.

«Ai tempi del liceo venivamo presi in giro perché ascoltavamo rock o perché non eravamo alla moda», ci aveva raccontato Zanotti poco prima dell’uscita dell’ultimo disco «Fuori dall’Hype». «Nella musica abbiamo trovato il nostro spazio, la chiave per prenderci la rivincita sui compagni di classe e sui luoghi comuni della società. Abbiamo cominciato suonando canzoni di chiesa in versione rock (e viceversa), poi abbiamo provato a sperimentare, a confondere i generi e le carte per fare le cose in modo diverso. Volevamo essere originali, naïf nel vedere la vita e anche la musica, che rimane un espediente per sorridere alla vita». L’esordio discografico risale al 2012 con l’ep (oggi introvabile) «Cartoni Animali», seguito nel 2014 dal primo disco «Il re è Nudo» e nel 2015 da «Diamo un calcio all’aldilà». Riff rock energici alternati a melodie pop, arrangiamenti funky e ballad formano l’ecosistema musicale dei Pinguini, vicino a Skiantos, Elio e Le Storie Tese, Lo Stato Sociale. Nell’aprile 2017 esce «Gioventù Brucata», ultimo disco veramente «indie-pendente»; poi la band spicca il volo in classe showbiz con il quarto disco «Fuori dall’Hype», uscito la scorsa primavera: 25 milioni di streaming e disco d’oro con il singolo «Verdura».

Da quel boom si sono susseguiti giorni frenetici fatti di prove, soundcheck, partenze all’alba, nottate insonni chilometri su e giù per tutta Italia, isole comprese, perché l’onda pinguina colpisce soprattutto dal vivo. Dai concerti per pochi intimi (memorabile il loro primo live a Villa di Serio davanti a una dozzina di appassionati) ai palazzetti e alle grandi piazze, tra cui il Primo Maggio in piazza della Loggia davanti a oltre 4 mila persone (il loro concerto con più persone, finora). Il prossimo 29 febbraio saranno al Forum di Assago, concerto andato sold out in meno di un mese. Nel mentre, anche la partecipazione al disco «Faber Nostrum», album tributo a Fabrizio De André, con una rivisitazione di «Fiume Sand Creek», e la presentazione al Lucca Comics & Games di un fumetto totalmente dedicato alla band (Beccogiallo Editore).

E pensare che fino a tre anni fa nella band c’era chi non ci credeva fino in fondo, tra chi aveva altri lavori e cercava altre strade, e chi viveva all’estero e considerava la musica solo un sogno lontano. «Ci vediamo a Sanremo. Ora si apre un nuovo decennio», avevano scritto su Facebook a Capodanno. Che dire? Ci hanno azzeccato. E per l’occasione si sono pure vestiti eleganti. 

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