Al via monitoraggio con i test sierologici
promossi da Istat e ministero della Salute

È il primo vero studio con un campione omogeneo svolto sulla popolazione della Bergamasca.

Anche in provincia di Bergamo lunedì 25 maggio inizia il monitoraggio lanciato da Istat e ministero della Salute per analizzare l’impatto del coronavirus attraverso i test sierologici. È il primo vero studio con un campione omogeneo svolto sulla popolazione della Bergamasca. Finora infatti l’indagine di Ats - 16.853 test dal 23 aprile al 20 maggio - ha coinvolto prevalentemente cittadini sintomatici (e i loro contatti) segnalati dai medici di famiglia. Lo studio di Istat invece prevede un campione di 150 mila persone in tutta Italia, comprese le persone che non hanno avuto sintomi. È l’unico modo per capire la reale diffusione del virus senza limiti di monitoraggio evidenziati nell’indagine di Ats Bergamo. In tutta la Lombardia sono state coinvolte circa 20 mila persone e l’ospedale Papa Giovanni XXIII è uno dei tre centri lombardi, insieme al Niguarda e al Sant’Anna di Como, individuati per gestire il flusso degli esami.

La Regione comunicherà l’esito dell’esame a ciascun partecipante. In caso di diagnosi positiva, il cittadino verrà messo in temporaneo isolamento domiciliare e contattato da Ats per fare un tampone che verifichi l’eventuale stato di contagiosità. È la stessa procedura identificata per tutti i test sierologici, compresi quelli fatti da strutture private.

La riservatezza dei partecipanti sarà mantenuta per tutta la durata dell’indagine. A tutti i cittadini che partecipano sarà assegnato un numero d’identificazione anonimo per l’acquisizione dell’esito del test: il legame di questo numero d’identificazione con i singoli individui sarà gestito dal gruppo di lavoro dell’indagine e sarà divulgato solo agli enti autorizzati. «Gli esiti dell’indagine - chiarisce Istat - diffusi in forma anonima e aggregata, potranno essere utilizzati anche per altri studi scientifici e per l’analisi comparata con altri Paesi europei».

L’indagine attraverso i test sierologici - meglio ribadirlo: non forniscono nessuna patente di immunità - è stata chiesta a gran voce anche da molti sindaci bergamaschi. In Valle Seriana, ad esempio, i primi cittadini di Alzano Lombardo e Nembro hanno chiesto ad Ats di estendere la prima indagine che ha coinvolto solo il 2% dei cittadini. In Valle Brembana invece San Giovanni Bianco è stato tra i primi a sottoscrivere un accordo con un provato per garantire un monitoraggio esteso.

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