Antinfluenzale per 220 mila: la campagna al via il 15 ottobre

Si partirà da over 65, bambini tra i 2 e i 6 anni, sanitari, soggetti a rischio e donne in gravidanza. Organizzazione a carico dei medici di base e Asst.

Viaggerà in parallelo alle terze dosi e alla coda della fase massiva dell’anti-Covid, e sarà un altro tassello per affrontare l’autunno con maggior sicurezza . Dal 15 ottobre partirà anche la campagna antinfluenzale con l’obiettivo di bissare (o superare) i dati record di un anno fa, quando questa vaccinazione raggiunse 220 mila bergamaschi.

«Lunedì (20 settembre) abbiamo ricevuto le prime indicazioni in merito alla campagna antinfluenzale 2021/2022 per cui si inizieranno a vaccinare a partire dal 15 ottobre soggetti a rischio over 65 anni, soggetti over 65 anni in generale, bambini dai 2 ai 6 anni, donne in gravidanza, soggetti a rischio in generale e operatori sanitari», è il quadro tratteggiato da Oliviero Rinaldi, direttore dell’Unità organizzativa complessa di Medicina preventiva nelle comunità dell’Ats di Bergamo. Sull’organizzazione, le somministrazioni saranno a carico «per circa l’80% dei casi dei medici delle cure primarie (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, ndr) e per il 20% da parte delle Asst».

E come un anno fa, anche per l’imminente campagna «la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata e offerta gratuitamente ai soggetti nella fascia 60-64 anni – precisa Rinaldi - . Sulla base delle indicazioni ricevute, Ats dopo un confronto interno provvederà a convocare un tavolo tecnico con le Asst e a comunicare ai medici delle cure primarie per condividere le linee strategiche». Si definirà così concretamente la «mappa» territoriale delle vaccinazioni, evidentemente tenendo conto anche della concomitante campagna anti-Covid; un anno fa la campagna antinfluenzale partì quando il vaccino anti-Covid non era ancora entrato a regime, quest’anno ci sarà una sovrapposizione.

I temi, appunto, si tengono insieme in un’ottica di sanità pubblica: «Il permanere della situazione di emergenza Covid rimanda alla necessità di ridurre gli accessi al pronto soccorso e i conseguenti ricoveri per influenza e ridurre l’assenteismo tra gli operatori sanitari e di altri servizi essenziali, per poter far fronte a eventuali nuove emergenze correlate al Covid», sottolinea Rinaldi. La conseguenza è incisa nei numeri: «Auspichiamo per la campagna 2021/2022 un incremento vaccinale soprattutto tra gli operatori sanitari e le categorie a rischio che raggiunga o superi il valore di 220.000 soggetti vaccinati in provincia di Bergamo, valore della campagna dello scorso anno».

E sulla «convivenza» con il vaccino anti-Covid, «l’unica accortezza da prevedere è che la vaccinazione antinfluenzale avvenga ad almeno 14 giorni di distanza dalla dose aggiuntiva di vaccino anti-Covid», specifica Rinaldi.

I centri per la terza dose

Dopo la presentazione (e le prime somministrazioni) di lunedì, la «fase 3» della campagna vaccinale anti-Covid entra nel vivo: la stima del «volume» per la «dose addizionale è di 2.000 somministrazioni alla settimana», spiega Antonio Sorice, coordinatore per l’Ats dei centri vaccinali della provincia di Bergamo. Ha preso forma anche la «cartografia» aggiornata dei centri vaccinali: «Per la terza dose sono stati attivati sul Sistema Poste i centri vaccinali presso l’ospedale di Alzano Lombardo, l’ospedale Papa Giovanni, l’ospedale di Treviglio e il centro vaccinale di Rogno – prosegue Sorice -. Rimarranno attivi per la fase della terza dose anche i centri vaccinali di Albino, Chiuduno, Clusone, Dalmine e Mapello». Ma si ragiona e si lavora anche per un allargamento della rete nell’ottica della prossimità territoriale, considerato che, aggiunge Sorice, «verranno assicurati un centro vaccinale a Bergamo e un centro vaccinale in Valle Brembana». La platea, d’altronde, in attesa del via libera del generale Figliuolo all’allargamento della terza dose, è potenzialmente importante di qui ai prossimi mesi: secondo le stime dell’Ats, gli altri target della fase 3 comprendono circa 6 mila ospiti delle Rsa, circa 24 mila operatori sanitari e sociosanitari, circa 76 mila ultraottantenni .

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