Azzone, il paese più «over 65»
e nessun morto per coronavirus

Il comune di 390 abitanti della Valle di Scalve è quello con la percentuale più alta di anziani nella zona, ma non ha subito lutti per Covid.

A Pasqua Mirella Cotti Cometti è andata di casa in casa a portare le uova di cioccolato ai bambini del comune di cui è sindaco, quelli dagli zero agli 11 anni sono in tutto 26. «Loro sono stati i più bravi di tutti finora – dice –, sono stati in casa e si sono comportati davvero bene, e per i bambini sappiamo che non è affatto facile». Azzone, alla fine di aprile, è il comune scalvino meno colpito dal coronavirus, quantomeno nelle stime ufficiali. «Tra marzo e aprile abbiamo registrato quattro morti – spiega il sindaco –, ma non rientrano nelle morti accertate per Covid. Abbiamo avuto due positivi ufficiali fino alla settimana scorsa, da questa settimana ne abbiamo solo uno. Devo dire che rispetto ai comuni limitrofi siamo stati graziati: a Borno si sono registrati davvero tanti casi e anche in Valle di Scalve siamo il territorio meno colpito. Forse sarà anche perché siamo così pochi e quindi i numeri sono inferiori».

Pochi sì (il comune conta in totale 390 residenti, ndr), ma con un’età media significativa. «Azzone è il comune – aggiunge Cotti Cometti – con più ultrasessantacinquenni del nostro ambito. Siamo quelli con l’età media più alta insomma. Io non me lo so spiegare perché il virus ci abbia colpito in maniera così lieve: sarà che siamo tre frazioni tutte isolate le une dalle altre, sarà che forse abbiamo meno contatti con l’esterno rispetto ai paesi confinanti, sarà che abbiamo meno movimento sul territorio». Un movimento che si è ridotto ulteriormente con l’accentuarsi dell’emergenza. «Alcuni sono stati davvero terrorizzati dalla situazione – dice –, tanto da non uscire quasi più nemmeno sul balcone perché convinti che il virus fosse nell’aria. In generale comunque tutta la popolazione si è comportata bene, ha capito la serietà della situazione: non ho dovuto fare particolari richiami».

Per sostenere tutti comunque si è creata una rete di solidarietà sul territorio: i Coc dei quattro comuni scalvini sono stati costituiti tutti in Comunità montana, in modo da gestire l’emergenza in modo unitario. «Io credo di dover dire un enorme grazie – aggiunge il sindaco – a Claudia Tagliaferri, un grazie che mi viene molto più che dal cuore. Lei, che è la nostra impiegata comunale, si è fatta carico da sola della distribuzione dei medicinali in tutte le frazioni, casa per casa. Un lavoro davvero prezioso. Come prezioso è stato anche il lavoro della Protezione civile e del coordinatore Ivan Bianchi, che non ci hanno lasciati soli un attimo. E poi tutti i volontari, la dottoressa Michela Romelli che si è resa disponibile per le visite a domicilio, il supporto dell’Esercito con i medici. Devo dire che è stato fondamentale anche il lavoro del presidente della Comunità montana Pietro Orrù. Ha davvero lavorato moltissimo in questi mesi. La qualità dei servizi che in queste settimane siamo riusciti a garantire ad Azzone grazie all’impegno di queste persone non l’abbiamo mai avuta in periodi normali». Ora però è tempo di pensare alla ripresa: «Sul territorio non abbiamo grandi imprese – conclude Cotti Cometti -, le persone torneranno al lavoro scaglionate, alcuni si stanno già preparando a ripartire. Io per il futuro sono fiduciosa, ma non smetto di ripeterlo ai miei concittadini: se hanno bisogno di qualcosa, possono venire in Comune. Lì troveranno sempre le porte aperte e la disponibilità a dare una mano».

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