Bando periferie, Bergamo terza in Italia
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Il report del bando da 26 milioni: quasi tutte le opere avviate, un paio invece sono ancora bloccate dalla burocrazia. Due pagine su L’Eco di Bergamo in edicola.

Se si potesse guardare la città Bergamo tutta insieme, dall’alto, ci troveremmo di fronte a tante singole macchie spuntare in tutta la fascia che abbraccia il centro. Un nuovo parco di qua, una pista ciclabile di là, un’isola digitale sia qua che là. All’apparenza sconnessi tra loro, i progetti del bando «Legami urbani» sono invece tanti piccoli pilastri di una visione più organica della periferia di Bergamo. Da Celadina fino a Grumello del Piano passando per Boccaleone, Malpensata e Campagnola, negli ultimi tre anni sono partiti interventi per cercare di «ridurre lo sbilanciamento strutturale tra centro e periferie, facendo leva sulle reti sociali quale nuovo modello di welfare urbano». Di mastodontico non c’è proprio nulla ed è forse il segreto di questa proposta, premiata nel 2016 dal governo con il quinto posto in tutta Italia, e che ora è riuscita a scalare due posizioni nella classifica delle opere realizzate. Dal quinto al terzo posto, dietro a Bari e Arezzo. con la possibilità non così remota di avanzare ancora i due gradini che mancano alla vetta.

A differenza di altre città, che hanno puntato su quelle che nei titoli dei giornali vengono indicate come «grandi opere», Bergamo ha scelto una sola grande idea formata da tanti piccoli progetti. Sono 46, che definire «piccoli» è comunque un azzardo perché si parla di investimenti da almeno 100mila euro ciascuno. A impressionare è soprattutto il totale. Sono arrivate risorse per 26 milioni di euro: poco più di 18 milioni dal bando governativo, 8 milioni da altri soggetti pubblici e privati. Davvero un cambio di rotta rispetto al quinquennio 2010-2015 in cui il rubinetto di Roma è rimasto chiuso a doppia mandata.

LA MAPPA DEI PROGETTI realizzata dal Comune e pubblicata su «Bergamo in chiaro»

Il Comune di Bergamo si è occupato dell’impegnativo lavoro progettuale e dell’esecuzione delle opere, forse la fase più critica perché più a contatto con i misteri italiani della burocrazia e degli appalti. Non è una passeggiata. Nemmeno per chi si può considerare un esperto della materia come l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla. Che di fronte agli intoppi di progetti come la passerella di Boccaleone è costretto a fare ricorso a tutta la sua pazienza. Sono appunto le opere considerate grandi ad essere in ritardo, mentre tutte le altre sono quasi in porto. Alcune hanno già vissuto l’ebbrezza del taglio del nastro tricolore, come in ogni campagna elettorale che si rispetti, altre attendono gli ultimi passaggi.

Il bilancio è comunque molto positivo. «Faceva già piacere essere arrivati quinti in tutta Italia, in una classifica con tutte le province e le città metropolitane - commenta l’assessore Brembilla -. Come realizzazione siamo terzi in tutta Italia. È un bel traguardo. Siamo partiti con il piede giusto, facendo le cose bene. Se guardiamo l’elenco delle opere realizzate negli ultimi cinque anni, non solo quelle del bando periferie, c’è da spaventarsi: cinque pagine fitte. Si può sempre fare meglio, ma si può anche fare peggio, molto peggio».

Scorrendo le pagine del report inviato da Palafrizzoni alla presidenza del Consiglio dei ministri si può verificare lo stato dell’arte, compresi gli stati di avanzamento indicati con una percentuale. I due «nei» più evidenti sono gli zero che compare accanto alla passerella di Boccaleone e alla ex centrale Daste e Spalenga. Poi quasi solo buone notizie: sono a buon punto le connessioni delle aree verdi tra via Flores piazza e San Pio X a Celadina (53%) e quella da via Monte Tesoro piazza San Pio X (60%).

La rimozione dell’ex struttura del palaghiaccio, in Malpensata, è praticamente completa, mentre si deve attendere ancora per vedere realizzata la nuova palestra polifunzionale. Molti progetti invece sono già stati inaugurati: i campi da calcio in erba sintetica di via Rovelli a Boccaleone e via Gasparini a Campagnola, gli orti urbani del quartiere Carnovali, le connessioni urbane a Grumello del Piano, le isole digitali nei parchi o il parcheggio all’ex gasometro aperto a maggio, la riqualificazione del Galgario.

Questi sono i progetti «visibili», ma nel bando sono compresi anche molti «invisibili» come il sostegno alle attività di start up all’interno della centrale di Daste e Spalenga, la creazione delle Officine giovani nei quartieri, l’animazione socio territoriale inclusiva, il progetto Minori, i piedibus e la mediazione culturale nelle scuole. È proprio per dare slancio a queste «azioni immateriali» che è stato pensato «Legami urbani», per «implementare le reti sociali dei quartieri periferici - si legge nel report -, riqualificare servizi, edifici pubblici e spazi aperti quali luoghi di incontro, realizzare connessioni fisiche e socio culturali tra i quartieri». Solo quando queste piazze saranno vissute si potrà verificare se gli investimenti saranno andati a buon fine.

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