Bassa, l’ultimatum dei sindaci
«Stop ai capannelli fuori dai locali»

Troppi capannelli fuori da bar e locali che fanno servizio d’asporto. La voglia di incontrarsi e parlare è irresistibile, ma occorre fare uno sforzo, ne va della salute di tutti. È il richiamo che arriva dai sindaci della pianura occidentale, dove i contagi continuano a salire.

«Così non va bene, asporto non vuole dire consumare fuori dal locale». È questo il richiamo che alcuni sindaci della Pianura hanno pubblicato, a lettere maiuscole, su Facebook rivolgendosi in particolare a chi, fra i rispettivi abitanti, ha inteso in maniera non corretta il servizio d’asporto che alcuni bar sul territorio sono autorizzati a fare nonostante il lockdown in corso causa Covid. Troppe, secondo i primi cittadini, sono le persone che, soprattutto nell’orario della colazione e dell’aperitivo, si assembrano fuori dai locali per consumare quanto hanno preso. Così facendo, anziché recarsi a casa, violano i divieti vigenti, rischiando di essere multati. E i richiami dei sindaci della Pianura trovano giustificazione nei numeri dei nuovi contagi.

In base ai dati diffusi sabato 14 novembre dall’Ats Bergamo e relativi al periodo fra il 7 e il 13 novembre, fra i Comuni sotto i 10 mila abitanti che ne hanno registrato il maggior numero c’è Brignano con 31. E proprio il sindaco Beatrice Bolandrini è una fra quelle che nei giorni scorsi sul suo profilo Facebook ha richiamato ad usufruire del servizio d’asporto in maniera corretta: «Considerato che qualcuno pare non avere ancora capito - scrive - mi permetto una breve considerazione, in modo che quando sempre quel qualcuno riceverà i 400 euro di sanzione previsti, sappia di doverli pagare senza venire a lamentarsi. Vige il divieto di consumare cibo e bevande d’asporto nei pressi di bar, ristoranti, pizzerie». Poi un precisazione sull’asporto «che è ben diverso dal fare salotto (e quindi assembramento) per strada, sia che si tratti della colazione o degli aperitivi».

Infine un pensiero alle attività commerciali che rischiano la chiusura se di fronte ai rispettivi locali vengono appunto rilevati assembramenti: «Volete davvero aiutare le realtà locali? Acquistate e consumate a casa vostra». Dello stesso tenore il post di Chiara Drago, sindaco di Cologno paese sono stati rilevati invece 13 nuovi contagi: «Cari e care colognesi, così non va bene - esordisce su Facebook - più volte vi ho ricordato che le consumazioni fuori dai bar non possono essere effettuate. Il servizio da asporto funziona come per le pizzerie: si acquista e si va, la consumazione va fatta a casa, nel proprio ufficio o negozio o, alla peggio, in auto. Non può avvenire per la strada, soprattutto non deve avvenire davanti al locale».

Uscire solo per necessità

In Pianura una crescita dei contagi maggiore a quella di Brignano l’ha registrata Fara d’Adda con 40 casi, numero che preoccupa il sindaco Raffaele Assanelli che nei giorni scorsi ha diffuso sul sito web del Comune un comunicato, invitando i faresi «a comportamenti responsabili, evitando assembramenti e riducendo il più possibile le occasioni per uscire di casa. Si deve uscire solo per le necessità ben individuate nei provvedimenti specificati soprattutto per Comuni come il nostro, classificato in zona rossa».

Passando a Comuni sopra i 10 mila abitanti, numeri di nuovi contagi sopra la media si trovano a Treviglio (139), Caravaggio (41) e Romano (40), confermando così che la fascia di Pianura lungo l’autostrada Brebemi si conferma al momento particolarmente esposta al Covid. Ma inizia a preoccupare anche quella lungo l’asse della provinciale 525: a Osio Sotto, infatti, sono stati registrati 32 nuovi contagi, a Dalmine 51. Il sindaco di Osio Sotto Corrado Quarti dice di non aver notato comportamenti scorretti al di fuori dei bar «anche se, devo dire, non siamo lì davanti puntati coi mitra». Quarti, forse conoscendo meglio le abitudini dei propri cittadini, ha preferito applicare restrizioni più severe rispetto a quelle governative (come Osio Sopra e Levate) per quanto riguarda parchi pubblici e cimitero che da lunedì sono chiusi: «Visto che bisogna solo uscire per la spesa, il lavoro o necessità impellenti, ho pensato di eliminare qualsiasi rischio di assembramenti in luoghi dove al momento non c’è alcuna urgenza di recarsi».

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