Bergamo, l’Ats: «Indice Rt a 0,9
La curva verso il decremento»

Covid, la call con i sindaci: stando sotto quella soglia l’epidemia va sgonfiandosi. Zucchi: «Plateau raggiunto nella “cintura sanitaria”: le misure funzionano».

La ritirata dell’onda è impressa in un numero: 0,9. Appena sotto l’1, ed è ciò che serviva: se si sta sotto quella soglia, l’epidemia si sgonfia. E si sgonfia ora a Bergamo dopo settimane critiche, che hanno consegnato complessivamente un quadro epidemiologico peggiore dell’ondata di novembre. La buona notizia è appunto che l’Rdt, l’indice di replicazione diagnostica del virus, un indice non troppo distante dall’Rt calcolato dall’Istituto superiore di sanità, sta «rientrando»: secondo l’elaborazione dell’Ats di Bergamo adesso è appunto a quota 0,9, con intervallo di confidenza tra 0,88 e 0,99, dopo un picco superiore anche all’1,5 in questa fase epidemica. La conferma è arrivata ieri all’interno della consueta «call» quindicinale tra l’Ats e i sindaci della Bergamasca: «L’Rt è sotto l’1», ha spiegato Alberto Zucchi, direttore del Servizio epidemiologico aziendale. E osservandone l’andamento, si legge una coincidenza temporale quasi da manuale: l’indice di replicazione ha iniziato a virare sotto l’1 tra il 15 e il 20 marzo, praticamente due settimane esatte dopo l’introduzione dell’arancio come colore della Lombardia, il 5 marzo.

A calare sono tutti i principali indicatori epidemiologici. «Il tasso di incidenza sta finalmente scendendo - spiega Zucchi -, anche se la velocità non è sostenuta e ci possono essere giorni di “rimbalzo statistico” in incremento dei dati. Il senso complessivo della curva è comunque indirizzato verso il decremento, dato confermato dal numero medio dei casi incidenti su base settimanale che stanno calando». Stando alle ultime elaborazioni del Servizio epidemiologico aziendale, infatti, l’incidenza tra 19 e 25 marzo è stata di 178 nuovi casi ogni 100 mila abitanti mentre era a 176 tra 15 e 21 marzo (ecco il «rimbalzo statistico»); la contrazione la si vede appunto scorrendo le settimane immediatamente alle spalle, con un valore prossimo a 200 tra 8 e 14 marzo. Da un altro punto di vista, tra 19 e 25 marzo si è registrata una media di 292 nuovi casi quotidiani, mentre tra 15 e 21 marzo la media era di 289; ancora prima si sono avute due settimane più critiche: una media giornaliera di 336 nuove infezioni tra 8-14 marzo e una media di 312 tra 1-7 marzo. È la conferma, in sintesi, che ora la curva sta scendendo. Il tasso di positività, cioè la percentuale di nuovi casi rispetto al totale di test eseguiti, è ora al 7,5%; era all’8% tra 8-14 marzo, all’8,5% tra 1-7 marzo, all’8 tra 22-28 febbraio.

Su alto Sebino e val Brembana

I «segnali positivi» giungono «anche dai comuni inseriti nel cordone sanitario verso Brescia, con una riduzione del contagio determinata dal contenimento e come iniziale effetto della prima dose vaccinale – prosegue Zucchi nella disamina -. Il plateau è raggiunto e superato, la fase discendente è iniziata in anticipo sul resto della provincia». Scandagliando il territorio, nell’ultima settimana l’incidenza è aumentata in solo 2 dei 14 ambiti in cui è divisa la Bergamasca, e cioè nell’alto Sebino (+10%) e nella val Brembana (+4%), mentre in tutti gli altri spicchi si assiste a una contrazione più o meno marcata: -31,5% nell’ambito di Grumello, cartina di tornasole per comprendere l’effetto delle misure di contenimento in una parte importante della «cintura sanitaria»; -11% anche nell’ambito di Romano.

L’onda del contagio si riflette nella situazione degli ospedali: «Il tasso di occupazione dei posti letto Covid è monitorato quotidianamente – conclude Zucchi -: il sistema ospedaliero è molto impegnato, anche per i pazienti che arrivano da altre province, ma sta gestendo la situazione con grande professionalità, senza raggiungere i livelli di “sofferenza” della prima ondata».

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